Nel Maxi bouquet di Allegri germoglia El Shaarawy e fiorisce Emanuelson. Muntari per tamponare l'emorragia di centrocampo. Ma solo dopo la Coppa d'Africa
E’ finito. Le porte del mercato si sono chiuse ieri sera alle 19 e da quel momento in poi si tirano le somme degli affari fatti o di quelli sfumati. Di sicuro, nella bocca dei tifosi rossoneri, rimane il gusto amaro del mancato arrivo di Tevez, che per due mesi ha tenuto banco nell’immaginario rossonero. Al suo posto, o meglio, al posto provvisorio di Pato, soprattutto in Champions League, è arrivato Maxi Lopez. Un giocatore raggiante di gioia per il sogno realizzato, ma soprattutto consapevole di avere di fronte a sé un’occasione unica per dimostrare finalmente il suo valore reale. La maglia rossonera gli sta a pennello, già scalpitante durante l’ultima gara contro il Cagliari, ma rimasto ai margini del campo lasciando a Pippo Inzaghi quello che qualcuno aveva definito il suo ultimo palcoscenico.
Invece no. Pippo ha fatto la sua scelta e, come ha sottolineato qualcuno, è stata una scelta fatta con il cuore. Concordo in pieno. Analizzando la situazione dal punto prettamente calcistico, Pippo avrebbe trovato più spazio in qualsiasi altra squadra. Ma ricordiamocelo: il Milan non è solo una squadra di calcio, ma una famiglia che ti abbraccia, ti accoglie, ti sorregge e perdere questo contatto magico non è facile per nessuno. Nemmeno per Pippo che, pur consapevole della fievole possibilità di vestire in modo continuo quella maglia in campo, ha scelto di non lasciare gli affetti, la storia, la sua casa e rimanere degnamente in rossonero fino a maggio. Non poteva sopportare di lasciare un vuoto incolmabile in quella curva, nel cuore dei suoi estimatori che, in un certo senso, si sarebbero sentiti traditi da un suo addio senza i rituali saluti. Pippo Inzaghi ancora una volta ha dimostrato di essere una reale bandiera per questi colori. Ha lottato contro il suo infortunio con la speranza di poter tornare a lasciare il segno in ogni competizione. Ora, molto probabilmente pur consapevole degli spazi stretti in cui potrà inserirsi, non ha tirato indietro la gamba, come il gergo calcistico impone, e continuerà a lottare, allenarsi, continuerà a mettere in difficoltà il suo tecnico di fronte al suo innati talento.
Chiuso il discorso prettamente offensivo, il Milan si era buttato sul mercato in cerca di un centrocampista a basso costo, prima cercando di strappare alla Sampdoria Palombo, poi approdato in nerazzurro (la scarsa fantasia dei cugini non ha mai fine!), poi invece optando per Muntari che proprio dall’Inter era ormai stato messo in stand by. Un centrocampista di sicuro valore che, come ha sottolineato allegri, ancora non ha dimostrato tutto il suo valore. Muntari è però impegnato in Coppa d’Africa con il suo Ghana, dunque potrà essere a disposizione agi ordini di Allegri, al più tardi entro metà febbraio. E il periodo è quello che impone scelte oculate nella gestione del parco calciatori. Le prossime settimane, come già sottolineato, saranno dense e ricche di impegni su ogni fronte. Per questo Allegri spera di poter avere tutte le sue forze a disposizione, senza altri incidenti di percorso, così da centellinare l’utilizzo di ogni singolo, in funzione del risultato da ottenere. Dopo la prima contro il Cagliari, Mesbah ha convinto per intensità e spregiudicatezza. Qualcuno l’ha dipinto troppo reiterato nei dribbling, ma se questo è il risultato dopo solo poche “lezioni” a Milanello, forse il Milan può cominciare davvero a dormire sonni tranquilli per quanto riguarda il ruolo di terzino sinistro.
A centrocampo Allegri si trova con una pedina in più: Emanuelson, forse un po’ troppo alla distanza, è riuscito a convincere con la sua prestazione in mediana. Anche sulla fascia destra, opposto allo straripante Nocerino, è stato una piacevole scoperta. Un uomo in più dunque a cui poter affidare le redini di un reparto che ha subito gravi perdite, ma che ha ritrovato la classe di Ambrosini e che non ha mai veramente perso l’esperienza di Seedorf. Addirittura in gol, con un colpo da manuale, da cineteca, contro la Lazio sei giorni fa. E la Lazio, che in casa sua diventa imbattibile per Allegri, sarà l’avversario di serata per i rossoneri, alla ricerca costante dei tre punti per mantenere il contatto con il vertice della classifica.
Il mancato arrivo di Tevez, tornando al mercato, è però coinciso con l’esplosione di El Shaarawy, che stasera potrebbe partire nuovamente dalla panchina, ma che di certo sarà una delle pedine fondamentali di questo nuovo Milan, sicuramente in campionato e forse, se Allegri e le strategie di coppa lo consentiranno, anche in Champions League. Competizione che da troppo tempo vede altri colori protagonisti e che, di certo, ha bisogno di forze nuove per poter essere cavalcata ad alti livelli. Il Milan dirà la sua nelle prossime settimane, alla porta c’è l’Arsenal, che dei giovani si fa forza. Un po’ di spregiudicatezza accanto alla sapiente fame di vittoria di Ibrahimovic, di certo non guasterebbe.