Mister X, il Milan ti aspetta con la Supercoppa al cielo!
Non è stata una passeggiata. Anzi, ci è voluta l’energia di una marcia lunga novantacinque minuti per alzare il primo trofeo stagionale in quel di Pechino, in uno stadio gremito e rumoroso all’inverosimile. La supercoppa si illumina di rossonero, anche se nella prima parte della gara è stata l’Inter di Gasperini ad offrire le migliori manovre. Inter ben organizzata, che non ha sbagliato quasi nulla, che si trova a memoria. Tutto sembrava remare a favore dei nastri nerazzurri ma, il diavolo non si è fatto attendere nella risposta all’egemonia avversaria.
Quando il gioco si fa duro, ecco scendere in campo la determinazione della squadra di Allegri,che già nel finale della prima frazione diventa una macchina da guerra. Il palo colpito dalla testa di Ibrahimovic fa tremare le gambe degli avversari. Gasperini cambia tattica, cambia la disposizione in campo dei suoi, in un certo senso perde la bussola della gara, che fino a qualche attimo prima era saldamente nelle mani di Sneijder e compagni.
Il Milan fa il Milan, Ibrahimovic diventa più mobile, Seedorf ricorda di possedere tocchi sopraffini ed energia a sufficienza per coprire buona parte del campo. Il passaggio illuminante per il gol del pareggio, targato, manco a dirlo, Ibra, vero purgatore nel derby pechinese, che ammutolisce i nerazzurri in festa anche sugli spalti. Inizia lo strapotere Milan, iniziano i fraseggi precisi, si alza il ritmo e anche il nervosismo. La gara diventa un derby vero, in cui le due squadre si affrontano a viso aperto e in queste gare, Allegri mette alla prova nervi e fisico dei suoi. Il gol del raddoppio, che vale la vittoria, targato Boateng, che esulta come un bambino all’estremo della felicità di fronte a pubblico e telecamere, fa volare i cuori rossoneri.
L’Inter rimane per un po’ disorientata, Gasperini cerca di reimpostare tatticamente una gara che ormai ha un solo protagonista in campo. Nemmeno l’entrata di Pazzini e del talentuoso Faraoni cambia le carte in tavola, anche perché Allegri risponde con Ambrosini, Pato ed Emanuelson: tattica, velocità ed imprevedibilità che garantiscono poi al Milan la vittoria finale.
Attimi di apprensione quando Eto’o mette in rete un pallone pesante a trenta secondi dalla fine della gara, ma la posizione del nerazzurro era abbondantemente in fuorigioco.
Il Milan dunque alza la Coppa al cielo, fa il giro di campo a ricevere applausi, riceve l’ovazione dei tifosi che ancora stanno annidati ai propri posti a fotografare ogni singolo istante della festa rossonera.
In tribuna Galliani, con quel sorriso che parla più di mille parole e che forse sta già pensando a come far diventare ancora più letale una macchina da guerra già potente.
Perché qualche rimorso nel primo tempo qualcuno l’ha ben provato: il centrocampo rossonero, in alcune fasi di gioco ha accusato la mancanza della fantasia di Andrea Pirlo. Fantasia sostituita dall’instancabile lavoro di Gattuso e Van Bommel, che però sono stati in alcuni momenti manchevoli in fase di costruzione. E forse l’amministratore delegato del Milan sta già pensando di salire sul primo aereo in direzione Londra, per prelevare quella pedina così utile alle manovre di Allegri, quel Fabregas che in una partita come questa forse avrebbe potuto già dimostrare l’orientamento europeo di questo Milan.
Un applauso però ai leoni scesi in campo, nessuno ha risparmiato i colpi migliori, soprattutto nella difficoltà il Milan ha dimostrato di poter reagire e ribaltare il proprio destino.
Adesso si profila un lavoro di rifinitura, che verrà testato nelle prossime gare. Allegri poi potrà contare anche su Taiwo e Mexes, senza dimenticare le prodezze di Cassano e il fiuto in area di rigore di Pippo Inzaghi.
Tre settimane ancora di lavoro per smussare le imperfezioni, per dare fluidità alla manovra fin dai primi minuti, per far integrare nel gruppo i nuovi innesti. Perché qualcuno arriverà in questo Milan. Mister X è pronto a ricevere l’offerta migliore, avrà seguito l’andamento della gara, si sarà reso conto di quanto potrebbe essere utile e anzi, quasi indispensabile in questo Milan, avrà capito di avere un posto caldo in campo e non in panchina, come potrebbe succedere nella sua amata Barcellona. Lasciamo lavorare gli emissari rossoneri, che da sempre hanno le carte giuste per convincere anche i più reticenti, che sanno fugare dubbi, che sanno far capire a chi interessa loro, quanto avvincente e, vincente, potrebbe diventare un’avventura in rossonero.