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Il Palermo scopre i punti deboli del Milan. Il mercato è pronto al rattoppo: Taiwo e Ganso si dichiarano interessati, mentre altri nomi si accasano in rossonero

di Giulia Polloli

La vigilia della trasferta di Brescia è pervasa da un misto di euforia e preoccupazione che potrebbero divenire un mix davvero esplosivo sia nel bene, quindi in una squadra pronta a riscattare la prova altalenante in Tim Cup, che nel male, trasformando la capolista in un organismo indefinito pronto a farsi imbrigliare nel gioco, peraltro non troppo irresistibile degli avversari di turno.
La partita contro il Palermo ha dato numerose conferme: Ibrahimovic è determinato. Doveva mettere il sigillo sulla gara e gli sono bastati pochi minuti per farlo nel modo a lui più consono. Sfruttando un cross al bacio di Oddo e mettendo la palla con il suo leggendario piattone, alle spalle di Sirigu. Ma non solo. Dopo aver timbrato il cartellino personale si è messo a servizio dell’intera squadra, propiziando il gol del raddoppio firmato da Emanuelson.
La difesa del Milan ha bisogno di nuove forze: l’assenza di Nesta, l’esclusione di Abate e il conseguente inserimento di Sokratis e Antonini ha dimostrato che l’unico in grado di arginare le manovre dei rosanero è stato Thiago Silva che ha fatto reparto, perlopiù, da solo. E’ anche ovvio che non si può chiedere a giocatori da troppo dimenticati in panchina di poter aver acquisiti e metabolizzati gli schemi di Allegri, ma si può pretendere che giochino ad un livello adeguato e concentrati sull’avversario.
Altro punto dolente, che invece è solitamente il punto di forza della squadra targata Allegri: il centrocampo. Pirlo non ha ancora ripreso il ritmo gara, ma di certo non ci si può aspettare la dinamicità alla Van Bommel. Andrea da sempre è colui che spezza e spiazza il gioco degli avversari, ma questo suo modo di intendere il centrocampo mal si sposa con quello voluto da Allegri, che resolo dinamico, muscolare e anche veloce ne ha fatto la fionda pronta a lanciare l’attacco.
Seedorf non ha ripetuto le prestazioni di alta classe delle recenti due partite, ma il suo stato di grazia lo si evince soprattutto quando va in zona tiro.
Un Milan ridisegnato dunque che ha lasciato troppo spazio agli uomini di Delio Rossi che spronati dall’entusiasmo si sono riversati in zona Amelia, che forse sul gol di Pastore può avere qualche difficoltà, ma che a fine gara va a complimentarsi con Hernandez, autore di un tiro da fuoriclasse.
Un Milan che ora oltre a pensare alla partita di sabato dovrà mettere in cantiere ancora altre energie per poter ribaltare il risultato a Palermo, stadio proibitivo soprattutto a fine stagione. Sempre che davvero Allegri voglia entrare nella storia rossonera come un moderno Garibaldi, l’eroe dei due mondi, che riesce in imprese ciclopiche per poi costruire le basi per il prossimo anno.
Perché l’altra conferma dataci dalla partita di Coppa Italia è che il Milan si stia muovendo sul mercato non solo per portare nomi altisonanti a Milanello, ma per andare a ricalibrare il gruppo nei ruoli più importanti.
Pippo Inzaghi è sulla via del ritorno, ma bisognerà un giorno fare a meno della sua rapacità in area di rigore. Allora ecco pronto Radamel Falcao, che da Porto dicono ricordi molto le movenze leggere ma decise di Superpippo nazionale. Pirlo è diventato l’osservato speciale della Juventus? Allora Galliani si indirizza su Şahin. Per ciò che riguarda Nesta, che non è eterno purtroppo lo si sa, ma in attesa del lontano ritiro ecco arrivare Tiago Ferreira, centrale difensivo, giovanissimo, che con Thiago Silva potrebbe assicurare al Milan un decennio senza pensieri. Dopo che le chiacchiere su Ganso e Taiwo sembrano divenire fulgide realtà, non resta che aspettare il colpo gobbo che i rossoneri vorranno certamente e abilmente assestare nel prossimo mercato. Nonostante il deficit nel bilancio infatti non si parla di ridimensionare gli acquisti, ma semmai gli ingaggi.
Il Milan sembra abbia trovato la sua identità e su quella sta lavorando. Gli schemi tattici di Allegri sono in parte adeguati agli uomini con cui ha lavorato, ma molto più spesso i suoi campioni si sono adeguati ai suoi voleri. Questo è il segreto del Milan in campionato, costruito partita dopo partita. Di conseguenza è normale ricercare in quello che, io stessa, ho definito il cosmo dei campioni, la stella che più fortemente possa brillare a queste condizioni. Una ricerca mirata per mantenere gli equilibri, esattamente come accade in società dove, da due giorni, in consiglio di amministrazione, siede Barbara Berlusconi, erede designata per le sorti di casa Milan direttamente dal Presidente. Se il segreto del Milan è questa continuità di intenti e passioni, allora sembra che tutti i ruoli ora siano ricoperti e che per almeno dieci lustri non ci sarà bisogno di riorganizzare la piramide nemmeno al suo vertice.


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