Il Milan vuole la Coppa. Allegri, il condottiero, vincerà anche questa battaglia? E nel cosmo dei campioni brillano i nomi del futuro rossonero
Che il Milan possa respirare aria nuova dopo l’ultima giornata di campionato, è la classifica a dirlo. Il fiato sul collo dei nemici comincia a farsi flebile, quasi come fosse l’ultimo respiro di un guerriero colpito a morte che ancora però tenta di difendere il fortino. La vittoria contro la Sampdoria e la contemporanea sconfitta delle inseguitrici disegna nuovi panorami nel campionato italiano, o forse semplicemente rafforza l’idea che questo ambito scudetto stia prendendo una strada non battuta da qualche anno.
Mister Allegri è il vero artefice della marcia trionfale, che però ancora non si può dire conclusa. Ora che si poteva presentare tutto il potenziale a disposizione, qualcuno si attarda. Pato dovrà forzatamente recuperare fiato per una ventina di giorni, Ibrahimovic invece metterà alla prova la sua resistenza di luogotenente, abituato alle fatiche di battaglia, già stasera. La partita di S.Siro contro il Palermo presenta scenari inaspettati, perché il Milan si trova a competere per i due titoli italiani nello stesso momento, impresa che porterebbe agli altari il comandante in capo rossonero, quel tecnico schivo e determinato che contro tutti i pronostici e soprattutto mantenendo inalterato il suo credo calcistico, ha riportato l’angelo decaduto, il Diavolo, in paradiso.
Quella contro il Palermo non sarà una partita facile, perché i rosanero vogliono fortemente poter continuare la loro strada in coppa quasi a suggellare lo stato di forma. Dopo la vittoria contro la Roma infatti, la squadra di Zamparini, sembra volersi confermare, proprio in casa della capolista, quasi a voler sottolineare la propria forza dando adito a poche chiacchiere.
Il rientro di Pirlo in mediana sarà portatore di nuovi dinamismi: ma chi farà largo al rientro del metronomo bresciano?
Lo stato di forma degli uomini del reparto che ha fatto la differenza in campionato è imbarazzante, in senso positivo, quindi qualsiasi scelta verrà fatta da Allegri avrà sapore di semplice turnover, per dosare le forze in vista del rush finale. Questa volta la scelta in attacco sembra obbligata, anche se nulla deve darsi per scontato. Ibrahimovic, vista la squalifica, tornerà a guidare l’attacco rossonero con un peso morale in più: ottenere la rivalsa davanti agli occhi dei suoi tifosi, dispiaciuti, ma mai delusi, per la sua assenza.
Dopo l’ennesimo colpo di coda del campione svedese, forse nervoso in questo finale, forse stanco, forse semplicemente distratto nel proferire parole sbagliate nel momento,ma soprattutto davanti alla persona sbagliata, ci si aspetta la conferma del suo valore anche in una competizione che in troppi, per diversi motivi, considerano di seconda scelta.
Tutto questo in vista della realizzazione di sogni che per ora vengono semplicemente accennati, sussurrati, ma vedere il Milan sollevare due trofei nell’arco di pochi giorni, potrebbe equivalere all’arrivo dei “due campioni” annunciati dal Presidente.
I nomi ovviamente si rincorrono. Cristiano Ronaldo è quello più suggestivo, dall’aurea mitica, che ha creato un immaginario simbolico ricco ed entusiasta. Ma non bisogna sottovalutare i movimenti societari per arrivare a Ganso, ventunenne di certe qualità che ben si inserirebbe nei piani di Allegri. Anche se i tecnico rossonero, in un momento di sincera emozione, ha dichiarato che non disdegnerebbe l’idea di poter allenare “l’oro di Napoli” Marek Hamsik, che in questo testa a testa per lo scudetto certo ha messo la sua imponente firma (anche se forse dovrebbe, per volere presidenziale, cambiare parrucchiere). Ma sono molti i nomi che sembrano entrare di diritto nei desiderata rossoneri.
Si sussurra il nome di Menez, giallorosso come il prossimo Mexes. Si urla a gran voce per il rinnovo di Boateng, dato ormai per certo da Preziosi. Ma senza perdere di vista anche i giovani talenti made in Milan, quei giovani formati dal settore giovanile rossonero che già in qualche occasione sono riusciti a mettersi in mostra. Un giusto mezzo tra esperienza e notorietà e freschezza ed entusiasmo giovanile. Senza dimenticare che in partenza vengono dati nomi illustri, che però in questa volata finale stanno mettendo in crisi le intenzioni rossonere. Come lasciar partire un Seedorf in pieno stato di grazia? Come potersi privare, salvo poi averlo come avversario, il principe del centrocampo, quell’Andrea Pirlo delle meraviglie che ha fatto la differenza per tante stagioni? Un incubo poi sarebbe non rivedere Gattuso e la sua grinta guerreggiare e insegnare ai giovani compagni il giusto valore delle cose.
Insomma. Un Milan in piena evoluzione,dove la legge del più forte vale solo a metà. Perché i colori rossoneri entrano di diritto nel Dna dei campioni, anche quando questi sembrano decadere e poi riaccendersi in uno sfavillio che non è detto si l’ultimo. E se i campioni brillano, la stella del Milan tornerà ad avere quella luce accecante che a tutto dà vita, già da questa sera.