.

Il "Faraone" sfida il re del gol. El Sharaawy scalpita, ma è Pippo il "favorito"

di Giulia Polloli

Il Milan uscito a testa bassa dopo la prova di Napoli, in un S.Paolo tramutatosi inevitabilmente nel luogo del miracolo di S.Gennaro, è pronto a voltare pagina. O almeno questo si desume dalle reazioni che accompagnano l’attesa sfida di questa sera: avversaria l’Udinese che si conferma in ottimo stato di forma, pur priva di alcune pedine che lo scorso anno determinarono i successi della formazione di patron Pozzo. Un Milan chiamato a gran voce verso la vittoria, verso l’ottenimento dei tre punti, traguardo ancora non raggiunto dopo il lento approccio al campionato. Un Milan che appare l’ombra di quello che ha consentito di cucire il tricolore sul petto lo scorso anno, un Milan che deve fare i conti non solo con le numerose assenze, ma soprattutto con le prestazioni altalenanti della sua difesa, fino ad ora il punto di forza della squadra di Allegri. E proprio il tecnico rossonero è chiamato, ora, in un altro stadio, ad un miracolo: nessun santo questa volta (anche se S.Siro potrebbe vigilare sulla gara, così importante per i rossoneri), solo tanto lavoro e la richiesta da parte delle voci rossonere di tornare ad essere la squadra concreta vista fino a solo pochi mesi fa. Un Milan orfano dei suoi gioielli, delle sue certezze: la difesa, come poc’anzi accennavo, è diventata il reparto su cui saranno puntati i riflettori. Di fronte a Thiago Silva, immenso e pulito, forse stasera affiancato da Yepes, ci sarà un bomber che difficilmente rimane a bocca asciutta. Quel Di Natale che conduce sempre la classifica cannonieri e che sembra non avere alcuna intenzione di cambiare maglia. A Udine sta bene, si toglie delle soddisfazioni, riesce a giocare e ad essere concreto, come dimostrano le statistiche e i tabellini. Una difesa dunque che si troverà sotto i riflettori, ma che sembra non preoccupare minimamente Allegri: i gol subiti sono scaturiti dalle gesta di grandi campioni, difficili e anzi impossibili da fermare nel loro estro calcistico. Quello che sta mancando a questo Milan: l’assenza di Ibrahimovic, su tutti, è ciò che più determina lo scarso appeal del Diavolo nei confronti della vittoria. In tempi non sospetti, con ancora il mercato aperto e le stanze degli hotels inondati di cronisti, trapelava un unico pensiero in casa rossonera: di attaccanti ce n’è un reggimento, il reparto è completo. Chiusa la finestra di calciomercato la sorte è stata beffarda, è andata a colpire proprio il punto fermo su cui il Milan è stato rimodellato. Si è passati dall’eccedenza alla mancanza di “capitali offensivi”. Ibra, Robinho, Boateng, Inzaghi hanno lasciato il vuoto dietro di loro. Vero è che nelle prime uscite ufficiali Allegri ha potuto contare su grandi prestazioni di Cassano e sperava di poter contare e puntare completamente su Pato. Il barese ha fatto la differenza, ispiratore e ispirato: ma ora sembra si stia parlando di un fuoco di paglia. Contro il Barcellona il talento di Bari vecchia si è spento, risultando non classificabile soprattutto di fronte a Messi e compagni che pur non riuscendo ad abbattere, per fortuna, il fortino costruito da Abbiati (come hanno poi fatto contro lo sfortunato Osasuna), hanno trovato due varchi che solo l’iniziale prodezza di Pato e quella finale di Thiago Silva hanno ridimensionato definitivamente.
Il Milan uscito da Barcellona ha forse peccato un po’ di presunzione. Il pareggio ha reso quasi ultraterreni anche gli uomini di Allegri, paragonati dunque a quegli  extraterrestri di marca catalana,e l’equipaggio rossonero ha creduto di poter sbarcare indisturbato con la sua astronave sul “S.Paolo”, ma non aveva fatto i conti con Cavani.
La tripletta, che vale il pallone, coglie di sorpresa la formazione di Allegri, ricaccia il Milan all’inferno e trasforma la squadra campione d’Italia, appunto, nel suo fantasma.
E non finiscono i problemi: dopo aver drasticamente aumentato il numero di reti  subite, quindi messa in discussione la difesa, dopo aver preso coscienza dei problemi in attacco, l’allarme si è spostato a centrocampo, dove però il mercato ha messo “una pezza”…. di seta. Piedi fatati quelli di Nocerino e Aquilani, pregevole Seedorf e come sempre combattivo Van Bommel. Ambrosini ha alzato bandiera bianca, che non si ammainerà tanto presto. Gattuso con i suoi problemi agli occhi lascia tutti con il fiato sospeso, Flamini rientrerà solo con il nuovo anno: si pensa addirittura a spostare, come già l’anno scorso, Thiago Silva in mezzo al campo. Il Milan dunque ancora una volta arriva in emergenza sul suo campo, contro una delle formazioni in vetta alla classifica. Allegri potrebbe dar continuità alla filosofia giovane iniziata lo scorso anno. Il “Faraone” El Sharaawy scalpita, ma nel contempo torna disponibile Pippo Inzaghi, alla ricerca di un nuovo record, questa volta ad essere chiamato in causa è Roberto Baggio. Mancano tre reti all’attaccante rossonero per raggiungere il “codino” e di certo i prodromi dei giorni scorsi l’hanno fatto gioire: ben sei gol segnati in partitella, una scorpacciata che speriamo abbia lasciato un vuoto nella sua fame di gloria.
E in cima alla top list verde, c’è un nome che rimbomba: Ganz. Il figlio di Maurizio “el segna semper lu” ha ben impressionato il tecnico rossonero. Eppure Allegri sembra propenso a non adottare sconvolgimenti, sembra pronto a puntare sui soliti giocatori, protagonisti di tante vittorie e soprattutto in cerca di riscatto. Un punto in tre partite è un bottino troppo esiguo per il Milan, per questo Milan dato per favorito alla vigilia, per questo Milan che inevitabilmente deve ritrovare la fiducia nei propri mezzi, pur drammaticamente ridotti all’osso.


Altre notizie
PUBBLICITÀ