Fabregas, Balotelli e lo strano triangolo estivo. A soli tre giorni dalla Supercoppa, il mercato si fa bollente
Mentre le voci di calciomercato impazzano e riempiono le colonne dei giornali, un uomo e i suoi fidi collaboratori sono al lavoro nel clima caldo e umido di Pechino.
Mister Allegri, mi sembra di poterlo vedere a migliaia di chilometri di distanza, non fa una piega quando gli vengono chiesti commenti circa il famoso identikit che ha riempito le giornate estive, che ora cominciano a diventare veramente bollenti.
Lui non si sbilancia, lascia che siano i suoi fidi dirigenti a dare indicazioni, rilasciare indiscrezioni, lanciare appelli o sviare la folla di giornalisti che quotidianamente spera di poter lanciare lo scoop atteso.
Allegri è al lavoro con il suo gruppo. Con la squadra che, secondo dettami presidenziali, deve diventare la numero uno in Europa, anzi, pardon, deve tornare ad essere la numero uno, come in quelle notti magiche di maggio che ricordiamo per quella Coppa presa per le “orecchie” e sollevata al cielo.
Allegri ha preso le misure del campo che ospiterà la finale, ma ora è concentrato a preparare la sfida che potrebbe portarlo al secondo trofeo in rossonero in una sola stagione. Un’impresa che tentò con la Tim Cup, ma che andò male, in un momento della stagione in cui il Milan era indebolito e stanco dopo la cavalcata verso lo scudetto.
Ecco dunque il motivo di tanta concentrazione, dei tanti nomi associati o associabili al Milan. Allegri ha bisogno di un gruppo sempre pronto e sempre all’altezza della situazione, dovrà optare per il turn over, soprattutto con i suoi giocatori più esperti, per regalare loro e garantire al Milan la condizione perfetta in ogni singolo minuto di ogni singola gara.
Allegri sta lavorando, abbiamo detto, perché tra tre giorni si gioca il primo derby. Pechino in questo periodo equivale ad una serra, dove il tasso di umidità spezza gambe e fiato, dove sembra che il caldo sia soffocante in modo amplificato. Ma nulla di questo preoccupa Allegri, almeno non più di quanto se ne stia crucciando l’avversario Gasperini, alle prese con gli stessi problemi e oltre.
Il Milan si presenta al derby con il coltello tra i denti, con qualche situazione tattica ancora da chiarire, con l’assenza del metronomo bresciano che poteva inventare quelle traiettorie fini per la fantasia del tridente. Ci saranno però Clarence Seedorf, capace di esaltarsi al massimo in queste sfide, Van Bommel, il mediano fisico e di classe che difficilmente lascerà passare gli avversari. Non avrà Taiwo, Allegri, né Mexes. Ma questo non è uno scoglio ingombrante da superare. Ci saranno Zambrotta e Abate accanto al muro centrale.
Ma soprattutto ci saranno Pato e Ibra, che se hanno trovato l’idillio là davanti, nessuno è in grado di fermarli.
E allora, cosa manca a questo Milan così da tener banco ancora per quasi un mese nel calcio mercato? Ovvio, manca quel regalo atteso, manca lo svelare l’identikit dell’estate, anche se tutto porta ad un solo nome eclatante, quello di Cesc Fabregas. Solo lui sembra rispondere alla perfezione alla sagoma impressa ormai nettamente nell’immaginario collettivo. Eppure non è una pura mezz’ala sinistra, ruolo che tanto ha fatto scervellare nel ricondurre un nome e un volto alle parole sussurrate da Galliani e Allegri. Ma di certo al Milan potrebbe fare faville. La duttilità di giocatore e squadra potrebbero confezionare quel mix esplosivo a centrocampo da rendere il Diavolo pronto a salire sugli altari.
Eppure, proprio in questo umido e denso clima d’attesa per il derby, prende sempre più piede l’idea che l’ex di turno possa vestire, finalmente in modo ufficiale la maglia rossonera. Si, ovviamente sto parlando di Mario Balotelli. Quella che poteva essere una boutade che doveva sviare le attenzioni dei media dai reali obiettivi, sembra si stia trasformando in una realtà sempre più nitida. Mario che rilascia dichiarazioni importanti, dice che gli manca la sua famiglia, l’aria di casa, gli amici. Dice di non trovarsi più bene a Manchester, sotto l’occhio attento del gossip che sembra non volergli perdonare mai nulla. Un ragazzo di quasi ventun anni che fa parlare di sé dalla sua prima apparizione. Un ragazzo ribelle, una sfida per la famiglia Milan, in un certo senso, capace di addomesticare i cavalli selvaggi, ma di razza, come nessuno mai.
Inoltre Mario ama i colori rossoneri, non lo ha mai nascosto, anche se per qualche tempo ha schivato le domande imbarazzanti, ha lasciato che altri giocassero le proprie carte, ma al momento giusto eccolo ritornare sui suoi passi, in una sorta di monito: “Vi ricordate che amo quella maglia?”. Le sue intemperanti uscite servono a mantenere alta l’attenzione, sempre che non debba però pagare pegno per le esagerazioni commesse.
Attenzione richiesta anche perché il Milan si sta muovendo a grandi passi anche su altri fronti. Dopo il nome di Montolivo, che ormai campeggia sulle teste dei dirigenti rossoneri da giorni, ma con un onere di riscatto che il Milan non vuole pagare, ecco allora spuntare il nome di un altro giocatore, mai conteso abbastanza dalla Vecchia Signora, ripartito per Liverpool, ma ancora alla ricerca di una sistemazione fissa. Anche nel calcio non è bello e stimolante essere precari, sballottati stagione dopo stagione senza poter decidere nulla.
Stiamo parlando di Aquilani, giocatore che al Milan, anche secondo le parole di Galliani, potrebbe starci tranquillamente. Sempre che anche questa pista non sia stata avviata per ottenere altri risultati: perché Aquilani piace alla Fiorentina, che in attesa di chiarire il futuro di Montolivo ha provato a fiondarsi, letteralmente, sull’ex bianconero. Nessun risultato però ha ottenuto il colpo viola. Fiorentina che ha un altro sogno nel cassetto: Cassano, dichiarato però non sul mercato da via Turati, a meno che non sia il giocatore a voler troncare i rapporti con il Milan, in vista di spazi più ampi per non perdere il treno Nazionale che potrebbe, questa volta, non passare più.
Un gioco a tre che potrebbe movimentare le relative sorti dei giocatori: Cassano alla Fiorentina, Montolivo al Milan e Aquilani in viola. Oppure Aquilani a vestire la casacca rossonera e la viola che rimane con l’amaro in bocca per l’occasione perduta. Occasione che, se davvero è nei piani societari, dovrebbe essere velocizzata, visto l’interesse per il talento di Bari vecchia anche del Genoa. Là, in quella città sul mare, Antonio ha la sua casa, la famiglia e respira un’aria salmastra che lo fa star bene, che gli ricorda la sua terra.
Tutto ruota attorno a questo triangolo estivo, almeno dal lato mercato. Mentre invece, Allegri, ancora una volta, sta lavorando con i suoi uomini per portare in bacheca, quella tanto amata dal Presidente, la Supercoppa italiana.