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De Sciglio ed El Shaarawy: segnali più che incoraggianti. Dubbi su Fabregas, certezze su Yanga-Mbiwa: vuole solo il Milan

di Giulia Polloli

Come sempre la sosta forzata a causa degli impegni delle Nazionali serve a rimettere ordine nei pensieri, soprattutto se arriva dopo sole due giornate di campionato e soprattutto se l’avvio dei rossoneri non è stato esaltante. Era capitato anche lo scorso anno e dopo la sosta il Milan aveva ripreso con piglio da vincente l’approccio al campionato.
Segnali positivi arrivano soprattutto dalla “young generation” azzurra, nella fattispecie da El Shaarawy, che agli ordini di Devis Mangia ha risposto con una doppietta e con una prestazione di alto livello alla chiamata azzurra. “Il ragazzo si farà”, era questo il pensiero relativo al giovane Faraone nell’arco della passata stagione. Quest’anno il suo impiego in campionato non ha da subito suscitato grandi entusiasmi, forse anche a causa dell’interesse mediatico nei suoi confronti che di certo non ha contribuito ad alleggerire la tensione di inizio stagione. La prestazione in maglia azzurra però ha consentito di rivedere quelle sue abilità tecnico-tattiche che l’avevano reso famoso già a Padova e che di certo sono il suo marchio di fabbrica. Compito di Allegri, ora, trovare le dinamiche adatte alle sue caratteristiche e un input importante arriva dalle stesse parole di El Shaarawy, che sembra suggerire al tecnico il modulo più adeguato per poter esprimere le sue qualità.
Non poteva passare inosservata, invece, la crescita tecnica di De Sciglio, sottolineata da chi, prima di lui ha vestito la sua stessa maglia e rivestito il suo stesso ruolo nel Milan degli invincibili. Che Mauro Tassotti, solitamente schivo e reticente ad esprimere giudizi o paragoni, dica di vedere nel giovane Mattia il suo possibile successore, è sicuramente una grande spinta emotiva nella crescita del ragazzo, del calciatore stesso.
Non sorprende invece ascoltare le parole di van Bommel all’indirizzo di de Jong: appena arrivato in rossonero infatti il nuovo mediano ha ripagato la fiducia della società con una prestazione di carattere che ha allontanato le sirene di allarme accese dopo la partenza del generale olandese.
Qualche perplessità, ma è normale visti i tempi ristretti tra arrivo e utilizzo in campo, rimane ancora relativamente a Niang e Bojan, forse troppo repentinamente messi sul banco degli imputati da giudizi troppo negativi.
Ancora una volta poi la sosta consente di esaminare lo stato di salute del Milan. Troppi gli infortuni ai nastri di partenza, a prescindere dalla loro natura e dalla loro entità. La paura è quella di ripiombare completamente nel marasma dell’infermeria rossonera dell’anno scorso, con la nuova consapevolezza, oltretutto, di avere una rosa con meno rincalzi pronti a scendere in campo. Nonostante poi sia appena terminata la sessione estiva del mercato, le sirene sui possibili cambi in corsa di questo Milan hanno ripreso a suonare. Che Cesc Fabregas abbia dato sfogo alla sua rabbia per la situazione in casa Barca, per molti è un campanello d’allarme che il Milan dovrebbe ascoltare e controllare. Dopo il rifiuto dello scorso anno però, dopo che il Milan ha ridimensionato il suo potere d’acquisto, forse appare improbabile pensare di poter arrivare al giocatore che aveva scelto la maglia blaugrana per questioni di cuore. Chi non si rassegna invece è Yanga-Mbiwa che dichiara di voler vestire rossonero a qualsiasi costo, dando così in mano a Galliani le chiavi per il suo futuro trasferimento dal Montpellier.
In attesa di tornare a competere per lo scudetto nella prossima gara casalinga contro l’Atalanta, Allegri e Galliani saranno protagonisti di un summit riservato in Toscana. Le crepe che secondo alcuni sono insanabili già in questo avvio, riveleranno la loro reale entità proprio in questo weekend “sabbatico”. Da qui si riparte dunque, dopo la sosta la piazza si attende di poter essere svegliata da campane a festa, perché i rintocchi a martello di queste settimane sembravano annunciare un prematuro funerale.


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