Contro il Cagliari a S.Siro per sfatare un tabù. Tassotti aggiunge una tacca nuova sulla corazza intrisa di storia rossonera.
Il Milan si aggrappa al timoniere storico, Mauro Tassotti, spalla degli ultimi tecnici rossoneri, per sfatare il tabù di S.Siro in un campionato che ancora non ha regalato emozioni, ad entrambe le milanesi, sul campo amico. Un campo rifatto, decantato, perfetto ma altrettanto maledetto dal punto di vista dei risultati.
Una motivazione in più che potrebbe servire a caricare ulteriormente i nostri rossoneri fermi al palo dal dopo Bologna. Lì la tripletta di Pazzini aveva dato l’impressione di poter essere l’evento sbloccante dell’apatia generale con cui la squadra sembrava scendere in campo. Invece è stato un fuoco fatuo. Il Milan è ripiombato nella confusione tattica, ha fatto fatica ad arginare gli attacchi avversari, mostrando il fianco anche in difesa e soprattutto ha dimostrato di avere idee alquanto confuse anche in attacco dove solo qualche guizzo di El Shaarawy ha portato i rossoneri in zona gol.
Stasera contro il Cagliari Mauro Tassotti avrà al suo fianco in panchina il rientrante Robinho, al quale tutto il popolo rossonero si aggrappa quale fosse diventato il re taumaturgo in grado di guarire dai malanni questo povero Diavolo. Non ci sarà Boateng, squalificato (e graziato) per una giornata e forse il Milan potrebbe mostrare qualche reale alternativa al gioco visto fino ad ora. Chissà.
Rimane il fatto che per ovviare alla solita cantilena, Galliani ha raccolto i suoi negli spogliatoi di Udine ribadendo che Allegri è e sarà ancora per molto l’allenatore del Milan. Messaggio subliminale per dire ai ragazzi: è ora che tiriate fuori i vostri attributi, il vostro carattere, le vostre caratteristiche.
Già in tempi non sospetti infatti si vociferava relativamente alla caduta motivazionale in seguito alla prima sconfitta di questo Milan, privo non di talenti ma di leader che potessero trascinare anche i compagni nell’obiettivo comune: vincere per convincere.
Le voci sono diventate presagi e poi cruda realtà. Tanto che in un certo senso, nei giorni scorsi, sono stati chiamati all’appello i vecchi generali rossoneri, alla ricerca di un totem da posizionare nello spogliatoio per far ricordare ai ragazzi quali sono i valori rossoneri. Gattuso e Maldini sono stati nominati in diverse sedi, ma il primo è ancora impegnato sul campo a dimostrare di non essere un giocatore finito, mentre il secondo è sempre alla finestra in attesa che qualcuno si renda conto del reale potere della sua “leggenda” nell’immaginario collettivo. Potere positivo da incanalare in direzione emulatoria e non negativo da bloccare per paura di essere offuscati. Eppure la strada del ritorno verso via Turati per Maldini sembra essere ancora densa di ostacoli.
Altro nome ancora denso e carico di emozione è quello di Pippo Inzaghi, più volte sollecitato nei giorni scorsi dai media sia per la lite con Allegri, che poi per la pace mediatica, appunto, suggellata dalla foto nella sala delle Coppe. Lo stesso Carletto nostro ha indicato la via da seguire per un futuro prossimo: Inzaghi potrebbe essere la medicina per curare questo mal di Milan, lui è il suo successore sulla panchina rossonera.
“Tasso hai tutto un altro passo”…chissà se la curva canterà anche stasera questo coro al gladiatore di tante partite. La sua corazza è scheggiata dai segni di mille battaglie, quei segni che dovrebbero far breccia nella mente sgombra dei nuovi rossoneri. Tassotti nella conferenza stampa affidatagli dalla squalifica di Allegri ha ribadito che mai, a memoria, ricorda una partenza così difficile. Negli ultimi tre anni in effetti la squadra di Allegri si è comportata come un diesel vecchio stile, con partenze false che però lasciavano presagire momenti migliori.
L’impronta del tecnico sulla squadra quest’anno tarda a manifestarsi, per questo forse manca un po’ di fiducia nel futuro. Ma basterebbe una partita eclatante, con prestazioni maiuscole e di carattere per ridare vigore al Milan. La serata di S.Siro potrebbe essere quella giusta: un campo e un tabù da sfatare, un pubblico da sorprendere, un leader storico da difendere in panchina e il ritorno di un attaccante che con una prestazione sorprendente potrebbe far cadere i mugugni sentiti in passato. Se solo trovasse il pertugio giusto in quella porta…