A Parma il Milan stupisce e diverte. Menez, Honda, Bonaventura: Galliani e la strategia dei colpi last minute e a parametro zero
Si può dire di tutto sulla partita di Parma: di certo non è stata noiosa. Nove gol (nove!), compreso un autogol sciagurato che ha lasciato di sasso il povero De Sciglio, due espulsioni e il gioco creato in velocità. L’impronta di Inzaghi è sempre più netta, si staglia in ogni fase di gioco. La fase offensiva è quasi da manuale: segnano tutti e in ogni circostanza. La difesa, purtroppo, rimane il tallone d’Achille di questa squadra. Le circostanze hanno dimostrato che le pedine sono intercambiabili, ma che chiunque subentri non cambia di molto il livello qualitativo. Qui dovrà essere bravo Inzaghi ad arricchire il bagaglio dei suoi interpreti con lo stesso metodo con cui ha riportato gli attaccanti a diventare prolifici e smaniosi di lasciare la loro impronta sulla gara.
Il Milan arriva alla gara con l’assenza di El Shaarawy, che non ha smaltito l’infortunio subito durante la convocazione in azzurro. Alla vigilia Inzaghi si diceva indeciso sull’utilizzo di uno fra i due nuovi acquisti. Il destino ha deciso per lui, Torres si è fermato ai box e dunque spazio all’esordio di Bonaventura, che regala al suo mentore la prima gioia di giornata. Gioia che dura poco, ma che è solo preludio di una partita scoppiettante. Il Parma pareggia con Cassano, che con un colpo di testa riesce ad avere la meglio su Bonera e compagni: questo deve far riflettere. Senza nulla togliere alla bellezza del gol, Cassano non è un ariete d’area e se lo si lascia da solo a saltare e schiacciare di testa… Inzaghi, riguardando le dinamiche del gol, dovrà porre rimedio ed insegnare ai suoi centrali le regole basilari di marcatura. Non c’è nulla di meglio di un gol per sbloccare un attaccante, Honda deve aver fatto suo questo motto e anche contro il Parma è stato protagonista indiscusso. Forse è questo il giocatore che aveva visto Galliani e non il fantasma disorientato che infestava la metà campo avanzata rossonera nella scorsa stagione. Un discorso a parte va fatto per il giocatore che più di tutti ha inciso in questa gara: Menez è stato superlativo. Corsa, sagacia e tocchi sopraffini, come il tacco che fa esultare la curva Sud anche in quel di Parma. Questo è il giocatore che rimpiangerà anche la Roma, questo è il giocatore che evidentemente non ha dimenticato i fasti del suo passato e rivive una seconda giovinezza. A parametro zero.
Il risultato di Parma è anche la vittoria di Galliani che, criticato per l’oculatezza delle sue scelte in quanto a giocatori in scadenza di contratto o portatori di incassi in merchandising, dal Tardini gongola e si gode la testa della classifica. La riflessione nasce spontanea: questo Milan piace. Soffre troppo in difesa, subisce gli avversari,ma sembra essere disegnato ad immagine e somiglianza del suo tecnico. Sempre in bilico tra vincere e soffrire. Sempre in corsa fino all’ultimo minuto. Non ancora al completo, con Montolivo, El Shaarawy, Torres, con un Abate rinato, con un pizzico in più di equilibrio soprattutto al centro della difesa, senza le coppe: può questo Milan lottare per il podio?