11 Maggio 2001 - Milan, una delle notti più belle mai vissute
"11 Maggio 2001 una delle vittorie che gonfia il petto d’orgoglio, ferita ancora aperta nel cuore dei nerazzurri.
La stagione rossonera sta volgendo al termine, senza infamia e senza lode.
Zac, mai amato dal Presidente, è stato esonerato 2 mesi prima, fatale l’eliminazione in Champions ad opera del Depor.
Sulla panchina rossonera, a salvare la stagione, è arrivato un monumento: Cesare Maldini.
Il Milan si schiera con un classico e compatto 4-4-2, davanti a Seba Rossi un quartetto ormai rodato, Roque e Billy centrali con Paolo ed Helveg sulle fasce; a centrocampo in regia Giunti con Kakha ad interdire, Ringhio sulla fascia destra e il Concorde Serginho sulla sinistra, in attacco la strana coppia Sheva Comandini.
Entrare in Champions, riscattare una stagione che fino a quel momento aveva entusiasmato poco entrambe le squadre di Milano. Ma il Derby è sempre il Derby, lo sanno tutti; nessuno vuole perdere, vale troppo.
E' un Milan grintoso, ben motivato, con la voglia giusta di portare a casa un buon risultato per dare un senso ad una stagione che doveva essere altro.
Passano appena 2' Paolo intercetta il passaggio maldestro di Ferrari e lancia Serginho, il "Concorde" si invola, beve tre difensori dell'Inter, vince l'egoismo e serve un assist delizioso per Gianni Comandini che coordinato e veloce la mette dentro.
Si capisce subito: la fascia sinistra, stasera regalerà gioie ed emozioni. E’ la fascia che deciderà la partita.
Sono le strane congiunzioni astrali del calcio, che trasformano un attaccante normalissimo, che fino a quel momento aveva giocato 9 partite senza mai segnare, in un bomber implacabile che domina l'area di rigore a San Siro la notte del Derby.
In venti minuti, il numero 9 rossonero, ne fa 2.
Come Pablito, il mite Gianni da Vicenza, segnerà solo 2 gol in stagione ed entrambi nel Derby.
Al rientro dallo spogliatoio, l’entusiasmo è alla stelle: il Milan può sfruttare un calcio di punizione da 40 metri, sul pallone c'è il numero 21, che disegna una parabola difficile da leggere, apparentemente innocua ma che tutti bucano e che a sorpresa, dolcemente gonfia la rete.
Non è ancora Andrea, ma Federico, di cognome Giunti.
Serginho ancora una volta dimostra di essere implacabile quando gli concedi un minimo di spazio sulla fascia, si invola, inesorabilmente, sui 50 metri è uno dei giocatori più veloci al mondo, scucchiaia un cross perfetto sul secondo palo, che per Sheva è un invito a nozze, sono 4, è cappotto.
La faccia Tardelli che inquadrato esclama "mamma mia" portandosi le mani a coprire il volto, dice tanto, ma purtroppo per lui, non è finita qui.
Al Milan non basta, Sheva intervenendo su un cross basso e tagliente di Kakha Kaladze fa 5-0.
L’Inter è un pugile alle corde, stanco, ferito nel corpo e nell’orgoglio, confuso, incapace di reagire ai colpi feroci di un avversario assetato di sangue.
E allora il Milan calca la mano, e sceglie di umiliare i cugini, infierisce su un avversario ormai inerme: ola del tifo rossonero ad ogni passaggio che tranquillamente e puntualmente va a buon segno. Tocco dopo tocco di prima, Sheva ricambia il favore, la palla arriva a Serginho che finalmente dopo gli assist la mette dentro, è apoteosi milanista.
Cesarone sorride sornione. E' la sconfitta più pesante della storia dell'Inter, è 6-0, è storia.
Sugli spalti, la marea nerazzurra che popola la maggioranza di San Siro, è disperata, in molti sono in lacrime.
Da quel giorno nulla fu più come prima. Anche se quell'anno non decideva lo Scudetto o l'accesso ad una finale di Champions, quel Derby resta uno dei ricordi più belli per i tifosi del Milan.
L’ultimo regalo del grande Cesarone che a fine stagione andrà a guidare il Paraguay che porterà con successo ai mondiali di Corea e Giappone.
Tardelli non allenerà più ad alti livelli, Frey ci metterà un pò prima di rimettere in sesto la sua carriera.
Per giocatori come Sheva e Serginho sarà la consacrazione come mostri sacri della storia del Milan, la base dei grandi successi in Champions e nel Mondo; per il bomber inaspettato Gianni Comandini sarà purtroppo l'eccezione di una carriera che per sua scelta dopo quella partita ritornerà nel buio.
Eroe per una sera e mai più.
Per migliaia di Milanisti sarà una delle notti più belle mai vissute.
di Flavio Forgione
Malinconia Rossonera