.

Pagni: "In Cina hanno introdotto norme più severe per l'espatrio di capitali, l'economia ha subito un rallentamento"

di Simone Nobilini

Luca Pagni, giornalista di Repubblica, ha ripercorso così in collegamento su Sky Sport 24 le tappe che hanno portato al nuovo rinvio del closing tra Fininvest e Sino Europe per la cessione del Milan: "Quattro trattative senza riuscire a vendere? Sono successi un po' di episodi strani: per prima cosa, il prezzo è un po' troppo alto, e quindi si sono tenute lontane altre possibili cordate che si sono fatte avanti e di fronte ad un prezzo così alto si son poi tirate indietro. Poi si è perso quasi un anno dietro questa chimera di Mr.Bee, poi in seguito ad un prezzo più contenuto si è fatta avanti una cordata cinese con due imprenditori: uno è Yonghong Li, in trattativa aperta fino a settimana prossima, l'altro è Sonny Wu, leader delle industrie rinnovabili in Cina, che insieme avevano raccolto i fondi (circa 700-800 milioni tra soldi a Fininvest, da investire e sponsorizzazioni). Hanno litigato prima di agosto, si sono separati e non hanno trovato un accordo su chi comandasse: di conseguenza è rimasta solo la cordata di Yonghong Li che aveva meno soldi. Dopo l'estate, tuttavia, in Cina hanno introdotto norme molto più severe per l'espatrio di capitali. La Cina ha rallentato molto la sua economia, non c'è più il boom degli anni passati e temono che comprando il Milan e vendendolo dopo qualche anno i soldi restino fuori dalla Cina, quindi non hanno dato le autorizzazioni. A questo punto, la cordata di Sino-Europe ha dovuto trovare dei fondi offshore, di istituzioni finanziaria e banche cinesi già fuori dalla Cina, e a quanto pare non ci è riuscita. Mettendo insieme prezzo elevato del club, nuove norme e un'operazione finanziariamente un po' spericolata, il risultato è questo".


Altre notizie
PUBBLICITÀ