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MN - Albarella (prep. atletico): "Chi gestisce il calcio deve fare un passo indietro"

di Manuel Del Vecchio

Il preparatore atletico Eugenio Albarella, intervistato dalla redazione di MilanNews.it, ha detto la sua sui calendari di oggi e i piani di aumentare sempre più il numero di impegni da parte dei vertici calcistici mondiali: “Chi gestisce oggi il mondo del calcio deve fare un passo indietro e deve capire che se da una parte si può ragionevolmente condividere il fatto di dover produrre più, perché il business è diventato così grande e i costi sono quelli che sono, dall’altra parte non si può cadere nell’errore di volere a tutti i costi fare quantità a discapito della qualità: i risultati si vedono nei numeri degli infortuni all’anno, e ribadisco che sono in tutte le squadre e in tutti i campionati; ad esempio i dati di Premier League e Serie A sul lungo periodo sono sovrapponibili. E poi, se si mette a confronto il calcio di oggi con quello di qualche anno fa sembra che si stiano paragonando due sport completamente diversi; ci si rende conto che in quegli anni lì una partita sviluppava in 90 minuti 450/500 azioni, oggi se ne sviluppano allo stesso tempo quasi il doppio. Mentre in quegli anni lì un calciatore rischiava di andare a contatto con un avversario ogni cinque azioni ora invece rischia di andare a contatto ogni due azioni. Oggi il calcio ha aumentato il volume: se negli anni ’90 se ne giocavano una quarantina all’anno adesso, tra nazionali e club, si arriva anche a più di 70 partite in un anno. Oggi i campionati sono completamente stravolti, e in più quest’anno ci stiamo portando le scorie del post lockdown: è un anno e mezzo che il calcio non si ferma. Alla ripresa del campionato dopo il lockdown da giugno 2020 non ci si è mai fermati, tra recupero di Serie A, preliminari di coppe europee e inizio della nuova stagione, conclusasi con gli Europei in estate. Chi fa metodologia oggi non ha più il tempo di creare adattamenti”.


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