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Milan, troppi infortuni. Ciullini: "Lo stress ha grande incidenza"

di Enrico Ferrazzi

Agazzi, Abate, De Sciglio, Rami, Zapata, Albertazzi, Zaccardo, Montolivo, De Jong, El Shaarawy, Mastour. Questa la lista dei convocati nell'infermeria del Milan. Una vera e propria ecatombe nonostante la squadra sia impegnata solamente su un fronte. Quali le cause di una situazione simile? Ai microfoni di Tuttomercatoweb il preparatore atletico Alessandro Ciullini prova a fare chiarezza: "Partiamo col dire che non è facile commentare le cose nelle case degli altri. Difficile spiegare i motivi, considerato che parliamo del Milan, squadra organizzata con personale e strumenti all'avanguardia. Certo fa strano leggere tutti questi infortuni e posso dire che a volte sono semplicemente le annate che nascono così. Ripenso anche alla Juventus con Delneri, che ha avuto una serie impressionante di stop quando il tecnico stesso con identico staff a Bergamo non aveva avuto problemi. A volte non c'è una logica, ma ho fatto una ricerca e ho notato come quando in certe piazze mancano i risultati aumentano gli infortuni".

Possiamo parlare quindi di infortunio da stress?

"Quando la mente non è serena, il giocatore non sorride, non va in campo spensierato la seduta diventa un peso. La paura del dover raggiungere i risultati a tutti i costi si fa sentire e il corpo in tensione è più soggetto a farsi male. Non so se è una pura coincidenza ma se si vedono società che vivono annate storte sotto il profilo dei risultati spesso hanno avuto a che fare con numerosi infortuni. I crampi, ad esempio, sono la conseguenza della tensione. Non è raro vedere i giocatori fermarsi in competizioni decisive per questo motivo. Detto questo la differenza la fa l'atleta, più il calciatore è un atleta e meno si fa male".


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