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Castellacci: "Troppa responsabilità sui medici dei club. Le società si prendano la gestione organizzativa"

di Pietro Andrigo

Intervenuto ai microfoni di TMW Radio, l'ex medico della nazionale Enrico Castellacci ha parlato dell'emergenza Coronavirus e di come lo affrontano i medici dei club. Queste le sue parole: "Non mi meraviglia che si sia messo l'accento sulla figura del medico del calcio. Se nella società civile la figura del medico viene rivalutata, anche nel calcio è riabilitata dopo essere stata reietta, anello debole della catena. Però ora vogliono attribuire troppe responsabilità: nessun medico si aliena dalle responsabilità, ma aver messo in evidenza che il responsabile sanitario è esclusivamente il medico del calcio, lo trovo eccessivo. I perché son due: primo, è l'unica figura che non ha contrattualizzazione federale, considerate che in Serie B e C spesso lavorano gratis, fanno altri lavori. Secondo, si vede che sono poco considerati: ai tavoli del calcio ci sono tutti tranne l'associazione italiana dei medici del calcio. La prima cosa che viene detto dal Governo è: sono responsabili i medici. E allora però ridiscutiamo la situazione. La preoccupazione dei miei colleghi, specie dalla B, è tanta: mi hanno scritto che sono pronti a dimettersi se non viene fatta chiarezza. Un medico può seguire le linee guida se sono applicabili, ma se non lo sono come fa? Un medico di Serie B non ha la possibilità di mettere in ritiro tutti, come fa a prendersi la responsabilità penale? Anche i club devono essere responsabili: un malato di Covid-19 può essere assimilato ad un infortunio. I medici devono essere responsabili della sistemazione sanitaria, ma non possono, senza neanche copertura assicurativa, prendersi anche quella organizzativa. Il professionismo deve prevedere protocolli adattabili a tutte e tre le leghe. Se lo sono, il medico non avrà alcun problema ad assumersi la responsabilità che gli compete".


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