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Braida: "Galliani come un fratello. Ritorno al Milan? Non ho sentito nessuno"

di Antonio Tiziano Palmieri

Ariedo Braida, intervistato dai colleghi di QS, ha parlato non solo della Cremonese (squadra di cui è attualmente il direttore generale), ma anche del Milan. Ecco le parole dell’ex dirigente rossonero che riguardano il Diavolo.

Su Adriano Galliani e sulla sfida Monza-Cremonese di domani:

“Adriano per me è un fratello e lui lo sa, ho vissuto con lui per decine di anni, non so nemmeno quanti di preciso. Quando è stato male ero preoccupato, ci sentiamo tutti i giorni ma della partita di domani non ne abbiamo parlato. All’andata ci siamo visti e sembravamo due ragazzini che andavano per la prima volta a vedere una partita allo stadio. Io ho giocato nel Monza e ho fatto il DS, lui ne è tifoso da quando è nato. Poi abbiamo fatto anche altro…e vinto qualcosina”.

Sul suo possibile ritorno al Milan:

“Ho ricevuto diverse chiamate da club italiani e anche tre chiamate da club stranieri di cui non faccio i nomi. Del Milan non ho sentito nessuno, questa è la verità”.

Su Gigio Donnarumma:

“Mi dice Donnarumma e penso al Milan, il Milan è il Milan. Mi auguro che Gigio resti perché è tra i primi 3 al mondo”.

È così difficile trattare con mino Raiola?

“No, fa il suo lavoro. Se hai una Ferrari o una 500 (che a me piace sia chiaro), è diverso. Lui è bravissimo e ha i giocatori migliori, in più è abile a trattare”.

Su Ibrahimovic:

“Nessuna sorpresa su di lui, è un campione. In campo è giusto che vadano quelli bravi. Si dice sempre che ‘devono giocare i giovani’, ma il lato anagrafico non è indice di bravura. È bravo chi gioca bene, non chi è più giovane. All’estero giocano perché sono bravi. Al Bayern per esempio Jamal Musiala gioca perché è bravo. Donnarumma a che età ha giocato? Era bravo. Ibrahimovic ha 40 anni? Sì, ma gioca perché è ancora il più bravo”.


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