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Le stelle in 5 punti

di Claudio Sottile

Certe volte il fato è più ironico che beffardo. Stavolta, c’ha messo una serie di indizi per dirci che la strada può, sul serio, essere quella giusta.

La sfida di questa settimana, a ridosso della trasferta di Cagliari incastonata nel sabato di Pasqua, è fra Giuseppe Favalli e Davide Astori.

Entrambi sono giocatori con la divisa da gara rossonera cucita non completamente addosso.

Favalli è alle ultime partite da calciatore, a fine campionato entrerà nello staff tecnico del club, dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere a livello di club con Lazio e Milan.

Astori è in comprorietà fra Cellino e via Turati, e potrebbe non dirsi compiutamente sicuro di tornare alla casa madre, viste le voci delle ultime ore che profilerebbero un ricorso alle buste, per accaparrarsi un centrale abile nel districarsi in una difesa a 3, 4 e 5 componenti.

Nati rispettivamente l’8 ed il 7 gennaio, fra di loro 15 anni anni di differenza, nei quali Beppe si è formato alla corte di quello splendido laboratorio che era la Cremonese del compianto patron Luzzara.

Cremonese nella quale, nel millennio nuovo, Astori si è imposto all’attenzione del calcio che conta, disputando una stagione da protagonista nella cara vecchia Serie C.

Uno bresciano, l’altro bergamasco, i loro luoghi d’origine distano 45 minuti l’uno dall’altro: il tempo di una partita.

Beppe ne vuole giocare ancora 7, Davide si acconterebbe di farne qualche altro centinaio. Come Beppe.

Diveramente uguali.

GIUSEPPE FAVALLI
Senso della posizione: quando si è vicini agli “anta” bisogna metterne tanta in campo, altrimenti correre dietro ragazzetti che potrebbero essere tuoi figli diventa impresa proibitiva. Con l’avanzare dell’età ha spostato dalla fascia al centro della difesa il suo raggio d’azione, imparando movenze e cadenze da stopper navigato. Flemmatico, e data l’anagrafica non potrebbe essere altrimenti, per Galliani semplicemente il “Il Professore”, VOTO 7,5.

Anticipo:
come sopra, quando le gambe girano ad una velocità diversa dalla testa si rischia la figuraccia. L’arte della mediazione diventa fondamentale, e se si sbaglia il tempo c’è una prateria alle proprie spalle. Capisce dove finirà il pallone un attimo prima, e lo fa correre, VOTO 7.

Colpo di testa: è nell’ABC di questo sport, e con migliaia di allenamenti in carriera devi affinarlo per forza. Non una balestra alla Guglielmo Tell, piuttosto una testa “operaia”; diligentissima, più a difendere che ad offendere, magari alleggerendo al portiere, o regalando il pallone ai bambini assiepati in balconata, VOTO 6,5.

Tecnica: lungi dall’idea del difensore funambolo, possiede comunque fondamentali egregi affinati da oltre vent’anni di carriera. Principalmente imposta e cuce con il mancino, senza disdegnare appoggi col piede opposto, col quale, peraltro, ha segnato il primo gol in rossonero nell’aprile 2007, nella vittoria interna contro l’Empoli, replicando 8 giorni dopo, stavolta col mancino, nel vittorioso blitz di Messina, VOTO 7.

Contrasto: il suo marchio di fabbrica non è di certo lo spalla a spalla, o il corpo a corpo ai limiti della lotta greco romana. 77 kg che dai tempi della Cremonese sono stati trasportati principalmente sulla fascia, dove l’imperativo è scattare, sempre, dovunque e comunque. La fisicità non è mai stata un punto di forza, VOTO 6,5.

VOTO TOTALE 34,5

DAVIDE ASTORI
Senso della posizione: in partita ufficiale non ha mai avuto al proprio fianco un Maldini o un Nesta. Ma in allenamento ha ascoltato con maniacale attenzione i consigli dei vate di Milanello, perché quello che è invocato da più parti come il rinforzo cardine del Milan che sarà è un lungagnone attento, preciso, che cerca sempre il pallone. Manco fosse un Maldini o un Nesta, VOTO 8.

Anticipo: impressiona la perentorietà del ragazzo di San Giovanni Bianco. E spesso, anche volentieri, in bianco ci vanno gli attaccanti avversari, che trovano nel difensore cagliaritano un veterano di 22 anni, pulito e veloce specialmente nel breve, VOTO 7,5.

Colpo di testa: i 188 cm che madre Natura ha dispensato aiutano, eccome. Se all’altezza aggiungiamo delle leve che permettono uno stacco dove la condensa ghiaccia le sopracciglia, ecco un gran bel difensore. Tesi confermata dalla cabeza utilizzata per marcare per la prima il proprio nome nei tabellini della massima serie, quest’anno contro la Fiorentina, VOTO 8.

Tecnica: la giovane età viene in suo soccorso. Piede di calcio destro non raffinatissimo, non un artista ma neanche un manovale, in un ipotetico Milan del futuro non spetterebbe a lui iniziare da dietro l’azione, ma con l’abnegazione che tutti gli addetti ai lavori gli riconoscono non potrà che affinarsi, VOTO 6.

Contrasto: arcigno, di quelli che infiammano la Sud, impegnati nel difendere centimetro su centimetro la posizione. Non a caso, nella sua pur breve carriera ha sempre conquistato i tifosi per la caparbietà mostrata in allenamento e in gara, dove non può la tecnica possono grinta e coraggio, VOTO 8.

VOTO TOTALE 37,5


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