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Le stelle in 5 punti

di Claudio Sottile

Eccoci al nostro terzo appuntamento: il piatto del giorno è, per un Milan - Chievo posticipo domenicale, che potrebbe portare i rossoneri ad un punto dall'aggancio in vetta, Andrea Pirlo VS Michele Marcolini, due registi old style, di quelli che, con le numerazioni che furono, avrebbero giocato con la maglia numero 4.

Del primo sappiamo tutto, del secondo invece ignoriamo, ad esempio, che dalla stagione 1996/1997 segna ininterrottamente, dalla Serie C alla Serie A.

Oppure che, in questo campionato, è stato scagionato dalla prima squalifica per bestemmia, essendogli stata riconosciuta l’attenuante di aver pronunciato Diaz in luogo dell’entità Divina: esiste il turpiloquio per attrici di origini cubane o ex centravanti argentini dell’Inter?


ANDREA PIRLO
Calcio piazzato: se ormai il calcio di punizione con le tre dita, attribuito prima a brasiliani generici, poi a Juninho Pernambucano, viene detto per consuetudine consolidata “alla Pirlo”, un motivo ci sarà. Abile anche nella conclusione classica a giro, ottima potenza dalla distanza, ahilui l’ultimo gol su calcio di punizione ufficiale è datato 23 dicembre 2007, nel derby perso per il gollonzo di Cambiasso, non considerando quello del luglio scorso, a Monaco in amichevole contro il Bayern. Ha perso anche lo scettro di rigorista con l’arrivo di Dinho, anche se parrebbe averlo riconquistato dopo il terzo errore del Gaucho dagli undici metri. Per lunghi tratti il migliore del Mondo "da fermo"i, quando i suoi piedi scagliavano la “maledetta”, da qualche tempo di maledetto c’è solamente la sua mira, VOTO 8,5.

Visione di gioco: il sospetto che abbia una dozzina di occhi nascosti sotto la chioma fluente permane. Una visione panoramica da sballo, trova sempre il tempo, lo spazio e il guizzo per fare la cosa giusta nel momento giusto, lo spartito ammette raramente stecche da fischio, il pallone nei suoi piedi è in un bunker a prova di dinamite, VOTO 9.

Ultimo passaggio: giocava dietro le punte, da rifinitore classico, il n°10 fornito di palle coi contagiri da dispensare al proprio centravanti; coccolato da Calliope, e dotato di due piedi da Sanremo, l’emblema della sua classe nel passaggio no look, in centimetri zero, per il gol di Grosso che valse la finale mondiale. Della serie ti dà il pallone buono solo da spingere dentro, ci vediamo sotto la curva per l’abbraccio collettivo, VOTO 9.

Tecnica: i vari giocatori e tecnici Verdeoro, transitati dalle parti di Carnago, hanno sempre affermato che Pirlo, con quelle capacità tecniche, avrebbe potuto tranquillamente giocare nella Seleçao. Vedendo la mediana di Dunga, con Melo e Gilberto Silva, la teoria sembrerebbe più che avvalorata; Pirlo, però, è italianissimo, tanto meglio, gioca e bene con la Nazionale, oltre a illuminare dal 2002 il centrocampo rossonero, VOTO 9,5.

Contrasto: i falli era abituato a prenderli quando giocava lì davanti, ha imparato a prenderli pure nel cerchio di centrocampo, e si è attrezzato per darli all’occorrenza. A volte mediano aggiunto, dove non arrivano i polmoni di Gattuso o le leve di Ambrosini, arriva l’acume tattico di Trilly Campanellino, e quando serve anche una scarpata tattica, di quelle che i suoi stinchi hanno imparato a riconoscere fin dai tempi delle giovanili del Brescia, VOTO 8.

VOTO TOTALE 44


MICHELE MARCOLINI
Calcio piazzato: il rosso del Chievo ha la “castagna”, quella che, nelle tribune italiane, è ad indicare una bordata da fuori area potente e, spesso, imparabile. Da Bari a Vicenza, da Bergamo a Verona, è sempre stato, peraltro, il rigorista della propria squadra, con la sua tipica rincorsa ad un passo solamente, ed il sinistro a battere sovente l’estremo difensore, VOTO 7,5.

Visione di gioco: ottima tecnica abbinata ad una capacità di corsa più che apprezzabile, nelle squadre che l’hanno visto protagonista lo si nota lì, nel cerchio di centrocampo, occhi sui movimenti, palla incollata all’esterno sinistro, e tanto tanto fosforo, quando manca fra i titolari il Chievo è come smarrito, VOTO 8.

Ultimo passaggio: i “Mussi volanti” giocano molto sugli esterni, quindi il suo compito è più quello di innescare le ali, piuttosto che quello di rifinire in prima persona, guadagna il più uno degli assist soprattutto fornendo su calcio piazzato la sfera giusta, glorificando le incursioni dei lungagnoni gialloblu della difesa, o il tempismo letale di Sergio Pellissier, VOTO 7.

Tecnica: lui è uno di quelli con un piede educatissimo, il sinistro, ed un altro da ergastolo, il destro. Ma con un sinistro da alti palscoscenici, il metronomo clivense c’ha costruito una carriera lineare, magari senza arabeschi, ma raramente sotto il sei, soprattutto nella considerazione dei propri tifosi. Mica niente, VOTO 8.

Contrasto: nonostante un fisico da terzino, il centrocampista savonese tiene botta lì nel mezzo, svestendo all’occorrenza i panni del regista per indossare quelli del medianaccio. Di rosso, tuttavia, ha solo la chioma, perché nonostante la gran mole di lavoro sporco, le sue espulsioni si contano sulle dita di una mano, VOTO 7,5.

VOTO TOTALE 38,5


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