LA LETTERA DEL TIFOSO: "Vogliamo parlare del numero 10?!" di Davide
Salve, sono Davide da Prato, abbonato da 15 anni (ne ho 33) e tifoso del Milan da quando ho iniziato a capire qualcosa della vita, facciamo intorno ai 7. Sperando di risolvere i vari dubbi e le molte incertezze da qui al primo di settembre, volevo parlare di un argomento forse non ancora toccato.
Nel lontano, ma neanche tanto, 88-89, un certo capellone olandese metteva letteralmente a sedere gli avversari di tutta Europa (e del mondo poi) con le sue finte, inventava dribbling che poi altri avrebbero copiato, tirava da fuori e la metteva all'incrocio, serviva assist meravigliosi per i suoi compagni e soprattutto per un suo connazionale che la metteva dentro anche ad occhi chiusi e con una gamba in meno.
Aveva il "10" sulla maglietta, senza nome, senza altre scritte, era un "10" vero, nessuno dei suoi compagni poteva obiettare qualcosa, nessun dubbio: era Gullit!
Passano 4-5 anni e un nuovo "genio" indossa quella maglia, un mancino puro, un Montenegrino che ha fatto la panchina nel milan per alcune stagioni guardando con umiltà i "titolari" e cercando di migliorare le sue caratteristiche atletiche (per quelle tecniche era già messo piuttosto benone). Fantasia, estro, precisione, veri e propri capolavori con la palla fra i piedi e poi nel 1994, contro il Barcellona stellare di Johan Cruijff, la perla che fece emozionare il mondo: un pallonetto stratosferico ( che Zubizarreta ricorderà per sempre...e non solo lui), il 3 a zero, il gol della sicurezza che consacrerà Savicevic e un'altra coppa campioni rossonera.
Poi Boban, Baggio, Rui Costa, Seedorf, ecc....e ora?..........Honda!
Con tutto il rispetto per il "dio marketing" sono stanco di queste trovate pubblicitarie.
Il numero 10 non è qualcosa che si può profanare così, il numero 10 rappresenta il fuoriclasse della squadra, il capitano della fantasia, l'uomo che fa la differenza e quando si parla di 10 e di milan ci si aspettano ben altri rappresentanti.
Davide