LA LETTERA DEL TIFOSO: "Mister, lei ha mai avuto un idolo?"di Eugenia
Un saluto a tutti voi di Milan News! Con questa mia lettera voglio azzardarmi a rivolgermi al nostro Mister, e ringrazio, quindi, da subito, la redazione per avermi concesso questo spazio.
Salve Mister!
Mi chiamo Eugenia, ho 19 anni, e porto il Milan nel cuore da undici. Le dico subito che la mia non vuole essere una critica, prima di tutto perché sarebbe sterile, e poi perché potrebbe persino essere oggetto di risa per lei. Più che altro vuole essere un invito a riflettere e a considerare qualcosa che finora, a quanto pare, sta trascurando.
Mister, lei ha mai avuto un idolo? Ha mai avuto, da ragazzo, un suo giocatore preferito? Qualcuno che la faceva sentire ancora più legato alla squadra che tifava? Io sì. E il mio si chiama Pippo Inzaghi. E’ ormai sotto gli occhi di tutti, milanisti e non, che lei non stravede per il nostro numero 9, e a confermare tutto ciò ci sono tante mancate convocazioni che, quando ci sono, si trasformano in panchine fisse, e soprattutto quel doppio, orrendo, mancato inserimento del giocatore in lista Champions. Mister, perché? Probabilmente ora lei mi opporrà la storia dell’infortunio di Pippo della scorsa stagione. E io le rispondo citando testualmente le dichiarazioni dell’attaccante: “Sto bene, non ho dolori, so che posso segnare ancora.” Allora perché, Mister? Perché nelle gerarchie davanti a lui ci sono 5/6 giocatori? Perché la squadra va avanti anche senza di lui? Perché ha 38 anni? In questo caso il discorso si fa diverso. È vero, il motore della squadra cammina anche senza Pippo, ed è vero, il posto da titolare lì davanti è di Ibra, Robinho e Pato. Ma quella che sto portando avanti io non è una causa che riguarda schemi e moduli di gioco. So che lei poco vuol sentir parlare di sciocchi sentimentalismi e di morbose idolatrie, ma non credo che alle sue orecchie, che non vorrei tappate dal pregiudizio, sia sfuggito l’ “Oi oi oi” più e più volte urlato a squarciagola dai tifosi a S. Siro e non solo, o che i suoi occhi non abbiano mai buttato una storta occhiata a quegli striscioni che recitavano “Non c’è lista che tenga, per la Sud sei leggenda: Pippo!” e “Pippo, il tuo gesto d’amore vale più di mille parole, grazie!”.
Dunque, credo di parlare a nome di tutta la tifoseria rossonera quando le dico che Pippo Inzaghi è uno “sciocco sentimentalismo” troppo importante per noi, una questione di cuore che, nonostante le vittorie e i gol della squadra, ci fa sempre soffrire. Perchè noi tifosi siamo invasi dai brividi e dalla trepidazione quando il nostro idolo si alza dalla panchina, e finiamo poi logorati dalla delusione e dal rimpianto quando lo vediamo riaccomodarvisi. Siamo logorati proprio come lui, che fermo e lontano dal campo non ci sa stare, lui che ha rinunciato a golose offerte pur di rimanere con i suoi tanto amati tifosi e con i colori del Milan tatuati addosso, lui che al solo pensiero di andare via sta male. Perché noi sappiamo che l’età non conta niente quando le gambe sono ancora buone e quando c’è la forza di un vulcano pronta a esplodere al solo sfiorare l’erba di un campo di calcio. Mister, non le pare il caso che questa silenziosa leggenda meriti di più che un posto vacante in panchina? Forse un quarto d’ora a partita sarebbe il caso di concederglielo. Ci guadagnerebbero tutti: Il Milan conterebbe un ennesimo marcatore, i tifosi potrebbero cacciare fuori la gioia di veder finalmente giocare il loro idolo e le porterebbero meno rancore. Ma soprattutto, Mister, farebbe felice un uomo, un eroe, che da troppo tempo agogna di riscattarsi e di calciare la palla in rete, di esultare, per poi essere ricoperto dagli applausi e dalle urla di quei tifosi tanto amati. Mister, rifletta: lei l’ha mai avuto un idolo?
Grazie per la cortese attenzione, e sempre forza Milan!
Eugenia Napoleone
Lanciano (Chieti)