Palermo-Milan: presentazione della gara
Gli spunti che offre questa partita sono molteplici: per importanza della gara in sé, per adrenalina. Seppur brevemente, cercheremo di toccarne i più evidenti: ad esempio, se guardiamo all’avversario, non possiamo fare a meno di notare come questo “penda in avanti” per qualità tecniche, estro e fantasia dei suoi interpreti offensivi.
Il tornado Friulano ha spazzato via Delio Rossi lasciando un buon materiale da gestire al suo successore Serse Cosmi che, pronti via, annuncia: “Non voglio più due trequartisti, Pastore dovrà essere libero di svariare su tutto il fronte d’attacco”. Variazione di un certo rilievo: il cambio di modulo, ci fa da spia che a sostenere il terno offensivo dovranno pensarci anche i due tornanti .
Il modulo che propone il Mister rosa-nero alla sua prima uscita a Roma è quello di 3.5.2., a Genova opta per un 3.4.1.2. L’apparente spregiudicatezza dei “soli” tre difensori ci rivela altro: ad esempio che, forte della presenza dinamica e tattica di Balzaretti e Cassani -assente con noi-, si riformulerà su una linea a cinque dietro senza fare troppi complimenti; e che, sempre in virtù di questo aspetto, forzerà (o dovrebbe tentare di farlo) il cambio di lato, sfruttando il nostro modulo che concede la superiorità numerica sul cambio di fronte d’attacco, se il rifinitore non partecipa al gioco nella fase difensiva (che mai dovrà essere… passiva!).
Spinto dal clima casalingo e reduce da due trasferte consecutive, possiamo immaginare che il Palermo, quando attaccherà, potrebbe essere portato a farlo con più uomini di quanti ci siamo abituati a vedere nei pressi della nostra area nelle ultime uscite (Napoli, Juve, Tottenham, Bari). La possibilità che si presenti con un trio offensivo c’è: Miccoli, che non ha bisogno di presentazioni; Hernandez che, data la rosa a disposizione, rappresenta lo scarico “naturale” per il gioco di Pastore, unico rifinitore. Vedremo…
Il duello Van Bommel/Pastore a trequarti sarà importante: l’Olandese potrebbe patire infatti i cambi di ritmo dell’avversario che ha una buona mobilità laterale, rischiando di farsi portare a spasso andando “fuori-giri”. Concreto dovrà essere il buon affiatamento coi compagni nel “prendere e mollare” il 27 palermitano anche in sincronia coi centrali che dovranno per forza “uscire” e coprire una possibile palla libera.
Che fare per non far innescare al Palermo le proprie armi? Non appiattirsi su un unico atteggiamento ad esempio. Avere la pazienza -che si può tradurre con intelligenza, in questo caso-, di saper anche aspettare la gara, controllandola con una buona circolazione che favorisca una verticalizzazione improvvisa e non con un possesso sterile: il centrocampo rosa-nero dovrà quasi per forza pressarci, ed una gara di “intelligenza” si impone ai nostri centrocampisti; ora restando compatti, non facendo attecchire con continuità i loro attacchi; ora allargandosi per non rimanere ingabbiati nel loro pressing e favorire il gioco di Van Bommel quando il metodista è con la palla tra piedi.
Disporre di più di una soluzione nella costruzione anche a centrocampo solleciterà l’avversario a dover avere una doppia attenzione in campo su dove e chi fa il gioco. Non impostare solo col lancio lungo dei centrali, ad esempio, ma variare: il nostro metodista dovrà spostare la palla di più e meglio; sfruttare meglio la disponibilità in rosa di terzini non facili a patire l’1 vs 1 basso (Zambrotta) o ad attaccare lo spazio (Abate/Antonini) per dare più libertà di accentrarsi ed inserirsi alla mezzala di riferimento.
Portando il focus dall’altra parte, la difesa a tre, a fronte di certi vantaggi, comporta una certa prevedibilità in fase d’impostazione: ancora una volta, i tre interpreti offensivi dovranno distinguersi per spirito di partecipazione. Il miglior Milan di stagione è stato quello che pressava alto la costruzione avversaria. Se mancherà del regista, le soluzioni per il Palermo saranno gioco-forza quelle, quindi prevedibili.
Sul nostro possesso, fondamentale sarà attaccare presto la zona esterna ai tre difensori col movimento dei tre attaccanti: per strutturazione, il modulo avversario dovrà raddoppiare l’attacco laterale con un centrocampista interno su una nostra superiorità numerica, e bravi dovremo essere nell’inserire un centrocampista nello spazio che si creerà sulla scalata per favorire una triangolazione centrale e/o l’inserimento dietro alla loro linea.
Allo stesso modo, si dovrà pensare di sfruttare al meglio la transizione positiva verticalizzando immediatamente -contropiede- quando lo spazio di gioco si allungherà: i tre difensori sono tutti attaccabili nello spazio aperto e non abituati a difendere scappando.
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