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Milan - Udinese, Ma dove sono gli schemi? El Shaarawy non era un ragazzino?!

di Jacopo Galvani

Milan contro Udinese, doveva essere la partita della riscossa da parte dei milanesi, ma la realtà è stata un’altra, l’ennesimo incontro fatto di mancanza di schemi, dove ci si è aggrappati alla prodezza del singolo. Parlare di sfortuna non deve e non può essere un alibi. Si è vero il gol bianconero è arrivato causa un errore individuale  di Christian Abbiati, ma la totale mancanza di idee tattiche è un problema ben più grave. In 4 o 5 occasioni i portatori di palla milanisti non sapevano dove scaricare il pallone, quindi erano costretti a ripartire dai difensori od addirittura dal portiere.
L’Udinese di Guidolin si è schierata con un 3 – 5 – 2 che in realtà per la maggior parte della partita assomigliava più ad un 5 – 4 – 1, infatti gli esterni di centrocampo (Basta ed Armero) scalavano sulla linea dei difensori trasformando appunto la difesa da 3 a 5. Spiccano le prove più che convincenti di Isla, Torje oltre che quella del solito intramontabile Antonio Di Natale (autore del gol).
Il Milan ha risposto con il collaudato 4 – 3 – 1 – 2, dove in porta Christian Abbiati, in difesa da destra verso sinistra, Ignazio Abate, coppia centrale formata da Alessandro Nesta e Thiago Silva ed infine sulla sinistra Gianluca Zambrotta. Quest’ultimo in un paio di circostanze è apparso spaesato e confusionario, nel momento di possesso palla rossonero si rendeva irreperibile. Infatti in un paio di occasioni, mentre Seedorf portava il pallone, lui si spingeva sulla linea di difesa avversaria diventando di fatto irraggiungibile e di conseguenza levando un ulteriore soluzione di costruzione di gioco.
A centrocampo Nocerino (corpo estraneo e non accostabile alla filosofia di gioco rossonera), Van Bommel (forse fuori forma, ma vale il discorso fatto in precedenza su Clarence Seedorf, è un giocatore di personalità che si prende le sue responsabilità ma che non sapeva a chi appoggiare il pallone) e Seedorf. In attacco la coppia formata dal duo Cassano Pato (ennesimo infortunio per Alexandre) supportata da Alberto Aquilani. Quest’ultimo ha fatto un passo indietro rispetto le convincenti prestazioni contro Napoli e Lazio.
Errori tattici? Si qualcuno si, ma il più grave in assoluto è di mentalità! Lasciare il giovane El Shaarawy in panchina perché ritenuto troppo giovane è un errore. Allegri doveva osare e schierare la sua squadra con un 4 – 3 – 3 ed avere in campo dal primo minuto un tridente formato da Cassano – Pato – El Shaarawy. Il giovane faraone non avrebbe sfigurato dal primo minuto e le giustificazioni tipo è un ragazzino, ha solo 18 anni, non bisogna bruciarlo non reggono più! All’estero a partire dal calcio sudamericano ad arrivare a quello inglese, francese e spagnolo i giocatori forti a 18 anni scendono il campo senza nessun timore. Quindi anche Stephan merita di essere uno dei titolari, soprattutto viste le assenze di Robinho, Ibrahimovic e Boateng.
Ultima cosa, sugli esterni bisogna attaccare, quindi basta Zambrotta o Antonini, sulla sinistra uno fra Emanuelson e Taiwo.


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