Milan Tottenham, i dogmi Allegriani dimostrano i propri limiti nella regina delle competizioni!
Martedì 15 febbraio 2011 alle ore 20.45 allo stadio San Siro di Milano si affrontano Milan e Tottenham per la partita d’andata dell’ottavo di Champions League.
I rossoneri sono schierati con l’ormai consueto 4 – 3 – 1 – 2 in porta Christian Abbiati, davanti a lui difesa a quattro. Da destra verso sinistra il rientrante Ignazio Abate (buono il suo rientro), coppia centrale formata da Alessandro Nesta e Mario Yepes, sulla sinistra Luca Antonini che si è dimostrato volenteroso e generoso. Centrocampo formato dal capitano Gennaro Gattuso (inspiegabile e inusuali le sue reazioni), Thiago Silva e Mathieu Flamini. Robinho ed Ibrahimovic coppia d’attacco, a loro supporto Clarence Seerdorf. Quest’ultimo è apparso lento e stanco pur non avendo tante partite nelle gambe, forse anche se può essere un pensiero affrettato, per Clarence la via della pensione non è poi una chance così azzardata.
Gli Spurs rispondono ai padroni di casa con un 4 – 4 – 1 – 1 dove spiccano le presenze di Aron Lennon (uno dei migliori talenti del calcio d’oltre manica) Rafael Van der Vaart e Peter Crouch. Da notare come il Tottenham debba fare a meno della loro stella Gareth Bale.
Nonostante le dichiarazioni positive del post partita di Mr. Allegri, il Milan è stato dominato per tutto il primo tempo e le buone occasioni avute dal Tottenham ne sono la prova inconfutabile. I rossoneri sono scesi in campo troppo timorosi e con una mentalità provinciale che nel grande calcio europeo equivale ad un suicidio tattico. Il rinunciare a Pato dal primo minuto per poter lasciar posto ad un ulteriore centrocampista (Seedorf) è deleterio in manifestazioni di questo tipo. Se si considera il Milan una big d’Europa noteremo che è la squadra che schiera meno giocatori offensivi. Paragonando i rossoneri al Barcellona di Guardiola noteremo che i blu grana schierano contemporaneamente Xavi, Iniesta, Messi, David Villa e Pedro più Daniel Alves che non è propriamente un terzino difensivo. Lo scorso anno il Milan è uscito malamente contro il Manchester United, ma non si può negare il fatto che la squadra, almeno nei primi 90 minuti, non abbia cercato in tutti i modi di vincere. Infatti se il tiro di Huntelaar non fosse uscito di pochi centimetri probabilmente si sarebbe parlato di un’altra partita. Il concetto è che perdere è accettato ma solo a fronte di una grande prestazione. Purtroppo ieri sera il Milan non ha creato una vera occasione da gol se non su calcio da fermo, dimostrazione sta nel fatto che il giocatore più pericoloso in fase offensiva è stato Mario Yepes.
Insomma per tornare grandi in Europa bisogna fare un salto di qualità ed avere il coraggio di rischiare. Nel calcio non si inventa nulla, bisogna solo far giocare i giocatori più forti e più adatti alle grandi competizioni e se Pato non è considerato adatto a questo tipo di manifestazioni, allora che lo si venda!