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Milan - Palermo, un fuoco di paglia o veri segnali di ripresa?

di Jacopo Galvani

Sabato 15 ottobre alle ore 20.45 allo stadio San Siro di Milano si sono affrontati Milan contro Palermo. I rosanero allenati dal giovane Mangia si dispongono in campo con un classicissimo 4 – 4 – 2, dove nella mediocrità rosanero, spicca la prova di Barreto ed Ilicic. Il Palermo a tratti è apparso irriconoscibile rispetto alle prestazioni precedenti. Sono apparsi lenti e senza idee, merito dei rossoneri o di una giornata storta?
Il Milan di Massimiliano Allegri si è schierato con l’ormai collaudato 4 – 3 – 1 – 2. In porta Christian Abbiati, da destra verso sinistra Ignazio Abate (buona prestazione soprattutto in fase di spinta), coppia centrale formata da Alessandro Nesta (perfetto anche se è stato poco impegnato vista l’inconsistenza del Palermo) e Thiago Silva (sontuoso sino al momento dell’infortunio, si spera di recuperarlo già per mercoledì), sulla sinistra un buon Luca Antonini. A centrocampo Alberto Aquilani (buona prestazione sia in fase di costruzione che in fase difensiva), Mark Van Bommel e Antonio Nocerino. Quest’ultimo alla migliore prestazione stagionale. Spostato sul centro sinistra è apparso più sicuro e meno spaesato. In attacco la coppia formata da Zlatan Ibrahimovic e Antonio Cassano supportata dal rientrante Robinho. Per Zlatan e Fantantonio si parlava di mal di pancia dal ritiro delle rispettive nazionali e viste le prestazioni in campo dei due, ben vengano i disturbi, perché insieme a Robinho sono risultati i migliori in campo.
Quest’ultimo ha dato quel pizzico di imprevedibilità che mancava nelle prime giornate di campionato. Binho ha dato molto movimento e soprattutto capacità di saltare l’uomo e di conseguenza superiorità numerica in fase d’attacco. A questo punto, avendo nella mente le prestazioni del brasiliano nella scorsa stagione, sarebbe opportuno che Robinho diventasse il titolare del ruolo e che Kevin Prince Boateng diventasse di fatto un centrocampista visto che non ha i piedi per servire l’ultimo passaggio. Il “Boa”, nel ruolo di centrocampista, può diventare devastante vista la sua forza fisica e la sua capacità d’inserimento senza palla. Quindi, senza cambiare schema, un Milan schierato con Robinho, Boateng e 2 punte può diventare travolgente, magari a centrocampo inserire in uno dei due ruoli disponibili anche Aquilani, in modo da far crescere il tasso tecnico e qualitativo in campo.
Tornado alla partita, è stata tatticamente “inespressiva”, perché in campo sembrano essere scesi solo i rossoneri. La presenza di Robinho ha galvanizzato l’intero equipe e come detto in precedenza ha reso i ragazzi allenati da Massimiliano Allegri padroni del campo. Ora bisogna solo attendere i riscontro delle prossime partite per vedere dove può veramente arrivare questa formazione. Lo scudetto, per rosa a disposizione, è sicuramente alla portata di mano. Per gennaio rinforzi? Certo solo se all’altezza del nome Milan. Qualche consiglio per gli acquisti futuri? Uno fra Ganso, Casemiro e Lucas. La qualità non è mai abbastanza.


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