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Milan - Lazio di Coppa Italia, El Shaarawy ha personalità per essere un titolare!

di Jacopo Galvani

Giovedì 27 gennaio 2012 alle ore 20.45 allo stadio San Siro di Milano si affrontano Milan contro Lazio. I biancocelesti si sono schierati con una quasi inedita difesa a 3. Per poi ripassare durante la partita ad una difesa a 4. Spicca la prova del “profeta” Hernanes che stupisce ogni volta per la facilità di calciare con entrambe i piedi. Vederlo al Milan ad impostare il gioco non sarebbe una cattiva idea. Piace anche la prova di Lulic che dimostra di essere molto duttile e di avere ottima corsa e piedi discreti.
I padroni di casa allenati da Max Allegri, si sono schierati con il consueto 4 – 3 – 1 – 2. In porta un sicurissimo e decisivo Marco Amelia. Nella linea difensiva a 4, da destra verso sinistra, Ignazio Abate. Per il numero 20 rossonero non si può certo parlare di una prestazione da incorniciare, perché due o tre sbavature difensive pesano e non poco sul suo giudizio. Tanto è vero che in occasione del gol laziale Ignazio sbaglia completamente la diagonale difensiva dimenticandosi di Cissè in mezzo all’area. Coppia centrale formata da Daniele Bonera e Philip Mexes. Per il bel francese prestazione all’altezza del suo nome, dove ha palesato enorme sicurezza. Sulla sinistra Mesbah che nonostante lo scetticismo generale, è sembrato tutt’altro che un corpo estraneo e che ha anche un buon cross. Il vero problema che sia Abate e sia i futuri terzini sinistri, dovranno sempre confrontarsi con mostri sacri del recente passato rossonero. Quindi pretendere che Ignazio sia bravo quanto Cafù o Tassotti è quasi impossibile, come poter paragonare Mesbah o Emanuelson a Serginho o Maldini?
A centrocampo Merkel, buona la sua prova peccato per l’infortunio a fine partita. Davanti alla difesa un monumentale Mark Van Bommel, sulla sinistra Antonio Nocerino. Per il napoletano prova ordinata ma probabilmente la stanchezza inizia a farsi sentire. Sulla trequarti capitan Clarence Seedorf, gli anni passano ma la classe resta! Coppia d’attacco del tutto inedita formata dal duo Robinho El Shaarawy. Quest’ultimo ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, di essere un grandissimo prospetto. Il ragazzo ha bisogno di giocare e può diventare il futuro numero 10 rossonero. Ha piedi, corsa e dribbling per posizionarsi dietro alle punte. A tratti ricorda nelle movenze anche l’indimenticato numero 22 Ricardo Kakà. La vera mossa vincente di questa versione rossonera è stata l’utilizzo di attaccanti mobili e piccoli che non hanno mai dato punti di riferimento ai difensori laziali. Questo modo di giocare è sicuramente più imprevedibile in fase di possesso palla e contropiede, ma difficilmente può risolvere una mischia in area perché manca la presenza di una torre.
Ultima considerazione è per Pippo Inzaghi, che si è scaldato a bordo campo per 45 minuti per poi far entrare Zlatan Ibrahimovic. Pippo è la storia recente del Milan, quindi meriterebbe più rispetto, questo vorrebbe anche dire che se non lo si ritiene più all’altezza, avere il coraggio di dirglielo. La società deve intervenire e farlo ritirare con il massimo rispetto e fargli capire che la sua carriera è giunta al capolinea.


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