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Inter – Milan, la dura legge dell’ex che non perdona!

di Jacopo Galvani

Quando si parla di derby è sempre difficile farlo in maniera razionale, lasciando da parte l’emozioni e le gioie del momento, questo derby è stato ancora una volta un’emozione unica. I rossoneri non vincevano da due anni un derby ed in casa dell’Inter non lo vincevano addirittura da 5 anni, quindi presentarsi a San Siro da capolista e con la possibilità di aumentare a 6 lunghezze il vantaggio è stato ancora più emozionante. Altra grande emozione è che nel Milan ora gioca un grande ex interista, Zlatan Ibrahimovic. Statistiche alla mano si noterà che questo è il primo derby degli ultimi anni che si vince con in campo un grande ex, infatti i derby con Vieri (3 a 2) e con Ronaldo (2 a 1) sono finiti in malo modo per i rossoneri.
Il Milan è sceso in campo con un 4 – 3 – 1 – 2 con Christian Abbiati in porta, in difesa da destra verso sinistra Ignazio Abate, Alessandro Nesta, Thiago Silva e Gianluca Zambrotta. A centrocampo Gennaro Gattuso, capitan Massimo Ambrosini e Mathieu Flamini. In attacco la coppia formata da Ibrahimovic e Robinho con a supporto Clarence Seedorf. Quest’ultimo ha giocato un’ottima partita dimostrando di essere ancora un potenziale titolare anche se non può più disputare 2 partite a settimana quindi un turnover con Ronaldinho sarebbe più logico. Ricordiamoci che il numero 80 rossonero è e deve essere un capitale non un problema per il club. Da notare che la rinuncia al “rombo di centrocampo” e la conferma di 3 giocatori dinamici e soprattutto che giochino in linea ha fatto si che i rossoneri possano fare a meno di un giocatore grandissimo come Andrea Pirlo, che forse il meglio ormai l’ha dato e che il suo rallentare il gioco sia diventato un problema. Una volta Andrea velocizzava quando serviva e lo rallentava a suo piacimento, ora purtroppo riesce solo a rallentarlo, non per scelta ma per mancanza di dinamismo. I giocatori sono come le candele quando si consumano vanno messi da parte, forse Pirlo non è ancora del tutto consumato, ma come Seedorf va centellinato. Ancora una volta e nonostante la vittoria, va notato come i terzini del Milan non siano all’altezza, infatti da notare quanto ha sofferto Abate in fase di copertura, è vero che Eto’o è un brutto cliente, ma l’andare in affanno in fase difensiva e la poca incisività in attacco fanno si che il giocatore non sia all’altezza della causa milanista.
Allegri è stato quasi perfetto, unico appunto è che dopo l’espulsione di Abate ha rinunciato totalmente ad attaccare e questo forse è stato un errore, infatti anziché far uscire Robinho avrebbe potuto sostituire Seedorf facendo entrare prima Boateng ed indietreggiando nel ruolo di trequartista lo stesso Robinho. Queste sono solo punti di vista tattici quindi la prestazione del tecnico toscano è da promuovere a pieni voti.
Per quanto riguarda gli avversari da notare come lo spostamento di Eto’o in fase centrale dell’attacco sia stato un vero e proprio errore. Infatti il camerunense aveva messo in difficoltà più volte sia Abate che Gattuso (ammoniti entrambi), la sua velocità aveva terrorizzato il settore destro rossonero. L’averlo spostato al centro al posto di un impalpabile Milito ha tolto di fatto un problema alla retroguardia milanista, infatti il giocatore si è scontrato contro il muro formato da Nesta ed un monumentale Thiago Silva. Tutto sommato Benitez avrebbe potuto lasciare Eto’o sulla destra ed in mezzo far giocare Pandev che ha ricoperto quel ruolo per anni alla Lazio.
Concludendo onore e merito al Milan, ora Milano è tornata con i colori che gli spettano cioè quelli rossoneri!
 


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