Se tutto va bene siamo rovinati
Allegri al termine di Milan-Anderlecht: “Almeno stavolta non abbiamo preso gol!” Dunque secondo il Mister rossonero non aver subito gol a San Siro contro i modesti belgi è un aspetto positivo! Eppure l’Anderlecht non è il Barcellona o il Real Madrid. E’ davvero assurdo cercare in qualche modo di trovare un piccolo motivo di soddisfazione nell’ennesima deludente prestazione. Personalmente non ritengo che l’allenatore sia l’unico responsabile della difficile momento in cui si trova il Milan. Le responsabilità vanno equamente divise tra società allenatore e giocatori. Allegri, però, sia pure con un organico di non primissima qualità, depauperato dagli infortuni di giocatori importanti, dopo 7 partite di precampionato (5 da 90’ e 2 da 45’) 3 giornate di campionato e 1 in Champions, non è ancora riuscito a dare un gioco alla squadra. E qui mi rifaccio ad un alcune valutazioni degli addetti ai lavori. 1) Si può avere giocatori di non eccelso livello ma non è obbligatorio giocare male. 2) Non solo con l’organizzazione di gioco (che non c’è…) si poteva colmare parzialmente i vuoti lasciati dai campioni andati via. 3) Chi è rimasto può e deve far meglio di così. 4) Ci sono allenatori in provincia che con rose meno attrezzate del Milan producono gioco e qualità. 5) La squadra di Allegri non ha senso. Troppo lunga, poco stretta (inevitabili gli spazi e gli affanni difensivi).
Sono tutte considerazioni condivisibili. La situazione è molto critica e molto delicata, si rischia di precipitare in una voragine senza fine. E’ chiaro che adesso occorre stare vicino alla squadra. Fermo restando che i rilievi sono legittimi e nessuno deve adombrarsi più di tanto. Contro l’Anderlecht, pur nel marasma generale, “qualcosina” in più rispetto agli ultimi match s’è vista. I venti minuti del secondo tempo ad esempio. Le palle gol sprecate sono state almeno cinque (Flamini, Boateng, Emanuelson, El Shaarawy). E’ meglio di niente. Fin tanto che il motore ha retto a pieno regime c’è stato più ritmo e un briciolo di intensità. Poi la squadra s’è spenta. Emanuelson ha corso a perdifiato. Boateng, bocciato da tutti per la prestazione incolore, almeno è stato l’unico a proporsi al tiro con continuità sia di testa che di piede anche se ha gli ha fatto difetto la precisione. Lo sconfortante bilancio dell’attacco rossonero è di zero reti nelle tre partite disputate a San Siro. L’inserimento di El Shaarawy ha portato indubbi benefici al punto che è lecito chiedersi: perché non è stato inserito prima? Considerato poi che la manovra offensiva era imperniata sul “povero” Pazzini abbandonato privo di rifornimenti nell’affollata area di rigore avversaria. E’ gradita una risposta dal Signor Allegri. Per cercare di vincere ci voleva velocità, determinazione e un grande forza fisica. E invece la squadra è sembrata sfiduciata e poco convinta. Ribadisco, per alcuni tratti della seconda frazione i singoli hanno corso molto ma in quei frangenti, more solito, è mancato il collettivo.