Questo Milan è troppo sterile
Quando una squadra con 20 tiri indirizzati verso la porta avversaria non riesce a mettere a segno uno straccio di gol è allora inevitabile che alla fine della contesa esca sconfitta. L’Inter ha battuto 1 a 0 il Milan in una partita combattuta ma non bella, per di più condizionata da un paio di sviste arbitrali e da un grossolano errore difensivo che hanno danneggiato i rossoneri. Il gol di Montolivo non andava annullato perché è Samir Handanovic in uscita, che dopo aver respinto la palla cade addosso a Emanuelson in chiara frenata. Il portiere nerazzurro si rialza quando Montolivo aveva tirato in porta e segnato. Samuel commette fallo allargando il braccio su Robinho lanciato a rete: era rigore e doveva essere pure espulso visto che in precedenza era già stato ammonito. Come ultima ciliegina c’è pure un fallo di Juan Jesus su Emanuelson che meritava il secondo giallo quindi andava espulso. Episodi che se sanzionati avrebbero potuto cambiare il risultato.
Giustificare la sconfitta soltanto con queste gaffe del Signor Valeri, arbitro dell’incontro, è riduttivo perché le note stonate in casa rossonera sono diverse. L’Inter ha vinto facendo le barricate, soprattutto dopo l’espulsione di Nagatomo, un autentico e proprio catenaccio che il Milan non è riuscito a scardinare. Ai rossoneri manca il gioco, sempre troppo elaborato, qualità e soprattutto un ariete da area di rigore che sappia finalizzare la manovra. Se non segnano Pazzini (3 gol) e il Faraone (4) nessuno va a bersaglio. E’ la quarta sconfitta in campionato, di cui tre a San Siro. Il derby numero 280 (178 più 2 match datati 1909 e 1915 non conteggiati da alcuni statistici) va in archivio con la terza sconfitta consecutiva del Milan nelle ultime stracittadine. La difesa rossonera è andata subito in bambola consentendo a Samuel di sbloccare il risultato dopo quattro minuti. Un gol nato da un calcio di punizione e da una zuccata vincente sottomisura con Abbiati, De Sciglio and company che si sono fatti uccellare dallo stacco aereo dell’argentino. E’ il settimo gol subito su palla inattiva, il quarto di testa.
Una chiara dimostrazione delle lacune del reparto arretrato milanista che ancora oggi non ha uno schieramento ben definito. Allegri per la settima volta ha cambiato i due centrali. Com’ è possibile trovare i giusti sincronismi giusti se l’assetto difensivo varia in continuazione? Un passivo che poteva diventare ancora più pesante se Milito, tutto solo in area, avesse sfruttato un clamoroso disimpegno di Abbiati, trasformatosi in un assist, per fortuna Mexes recupera in qualche modo allo svarione del compagno e lo stesso Milito colpisce debole di testa ad un passo della linea di porta e grazia il portiere rossonero evitandogli la seconda brutta figuraccia nel giro di tre minuti. Abbiati dall’altare di San Pietroburgo alla polvere di San Siro. Ora Juventus e Napoli in classifica hanno 12 punti di vantaggio, Milan mai così lontano dal vertice della graduatoria dopo 7 giornate. Un distacco preoccupante non solo perché ridimensiona le sbandierate ambizioni di scudetto, ma anche per l’esiguo vantaggio di 2 punti che separa i rossoneri dalla penultima in classifica.