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L'ultima spiaggia per Allegri

di Tiziano Crudeli

Delle 6 sconfitte, di cui 3 consecutive, in 11 partite ufficiali,   quella subita a Malaga è la più onorevole. Il Milan ha giocato col cuore,  con tanto carattere , rigore tattico, anche se  la manovra era imprecisa e costellata da diverse imprecisioni nei passaggi;  di  più non si poteva pretendere visto i tempi magri e gli  evidenti limiti  attuali. Allegri rivoluziona la squadra, mischia le carte e presenta uno schieramento con 3 difensori -che in fase di contenimento   diventano 5- , 3  centrocampisti pure loro disposti a dare una mano in fase difensiva,   e 2 attaccanti molto isolati in avanti.  Ennesimi esperimenti che arrivano dopo 7 partite di precampionato, 8 di campionato e 2 di Champions. Il dubbio che Allegri non abbia ancora  le idee chiare è legittimo. Comunque è lecito chiedersi:   perché tante modifiche in una partita così delicata e difficile? Coraggio o incoscienza? Costant a sinistra e Acerbi terzo difensore francamente sembravano mosse azzardate. Ed in effetti il loro rendimento è stato insufficiente. Ciò nonostante i fatti per poco non  hanno dato ragione al mister. Rigore inesistente a parte (e  per fortuna sbagliato da Joaquin)  soltanto una svista difensiva (di Acerbi) dalla quale è scaturita la rete del successo degli spagnoli e 4 occasioni  da rete fallite  da El Shaarawy 2,  da Mexès e Pazzini 1 hanno impedito alla squadra di Allegri di arrivare  indenne alla meta. Se dovessimo giudicare l’operato dell’allenatore in base a questa partita probabilmente lo assolveremmo. Purtroppo alle spalle ci sono tante  prestazioni deludenti e scelte discutibili che sommate sono davvero preoccupanti e mettono in forte discussione l’operato del tecnico ora è più che mai in bilico.
Dici Malaga e pensi ad una squadra non blasonata per di più abbandonata al suo destino da uno sceicco che non ha più l’intenzione di investire e quindi  costretta a vendere alcuni  pezzi più pregiati. Poi vai a vedere la classifica della Liga e scopri che dopo 8 partite dietro al duo di testa Barcellona e all’Atletico Madrid, primi con 22 punti,  c’è proprio il Malaga distaccato di 5 punti ( ma con 3 punti di vantaggio sul Real Madrid…) che ha totalizzato 5 vittorie 2 pareggi e 1 sconfitta con 13 gol segnati e 5 subiti (miglior difesa della Liga). Squadra dunque rispettabilissima tanto che nel girone di  Champions  aveva 6 punti frutto di 2 vittorie in 2 partite (3 a 0 allo Zenit e 3 a 0 in trasferta all’Anderlecht). Il team  di Pellegrini, ex all’allenatore del Real Madrid, ha confermato di essere un buon complesso (62% di possesso palla)  e con l’ 1 a 0 rifilato ai rossoneri   ora è a punteggio pieno nel Girone C  senza aver subito un solo gol.
Che il Milan non sia più una big lo si sapeva, giustificato quindi l’atteggiamento tattico molto difensivo. Inutile rinvangare il  passato anche recente, le barricate sono una logica conseguenza della mancanza di qualità. E’ giusto farsene una ragione. Quindi, come una provinciale che si rispetti, difesa munita, con la speranza che gli errori individuali non siano  determinanti, e contropiede veloce magari meglio architettato  e non affidato unicamente all’estro e alla rapidità  dell’ottimo Faraone. A Malaga  è’ stato inutile gettare nella mischia negli ultimi 15-20 minuti 4 attaccanti (Pato, Bojan, Pazzini e El Shaarawy) se poi davanti non arrivano palle giocabili.  Col risultato che c’è stata una sola conclusione a rete. Il problema è anche  in quel centrocampo privo di inventiva. La sconfitta in Champions è teoricamente rimediabile considerato che  2 partite su 3 verranno disputate a San Siro. E’ anche vero che lo score casalingo del Milan  è scarso: in campionato su 4 partite  è stato sconfitto 3 volte, 2 i gol all’attivo e 3 quelli al passivo. Tocchiamo ferro e incrociamo le dite. In ogni caso  il match col Genoa, che ha cambiato allenatore anche se in classifica  ha 9 punti -2 più del Milan-,  è l’ultima spiaggia. Per Allegri.


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