Il Milan cerca di rimediare
La battuta d’arresto casalinga del Milan contro la Sampdoria, neo promossa in Serie A, nella prima giornata di campionato conferma la scarsa consistenza della squadra rossonera. Un noto cronista, dopo lo 0 a 1 di San Siro, ha scritto: “Difficile ricordare una prova tanto scialba nell’epopea berlusconiana.” In effetti abbiamo assistito ad una prestazione del Milan assai deludente. E per favore non cerchiano giustificazioni nei 2 pali colpiti da Yepes e Boateng e nel salvataggio sulla linea del doriano Gastaldello sulla conclusione sottomisura di Flamini! Con ritmi di gioco da match di vecchie glorie non si va da nessuna parte. La feroce determinazione vistasi nel finale, quando il Milan era in svantaggio, doveva essere una costante fin dall’inizio e non una reazione dettata dal profilarsi della sconfitta.
Pronti e via e la Juventus è già lontana. Inter e Napoli sono partite alla grande. La Fiorentina dei giovani pure. In stand by la Roma di Zeman dalla quale ci si può aspettare di tutto. La Lazio vince a Bergamo. Non so se il Genoa si possa ritenere una eventuale protagonista, resta però il fatto che è riuscito a fare bottino pieno grazie ad un gol di Alexander Merkel, 20 anni, cresciuto nel vivaio del Milan ma poi ceduto al Genoa, e di Ciro Immobile, 22 anni.
Allegri nel momento in cui è bersagliato dalle critiche s’innervosisce. Ma se una squadra non ha tecnica deve compensare con la corsa. Se è molle, lenta, prevedibile, se non ha grinta, aggressività e intensità allora ci sono diverse cose che nel lavoro di preparazione non hanno funzionato a dovere. E’ compito precipuo dell’allenatore trasmettere motivazioni e trovare le soluzioni per uscire a testa alta dalle difficoltà contingenti. Fermo restando che nessuno fa miracoli. Non è concepibile che un complesso, benchè depauperato da cessioni di alcuni fuoriclasse, pur avendo a disposizione elementi di buona levatura non abbia né capo e né coda. Al termine di Milan-Sampdoria i fischi di disapprovazione dei tifosi sono stati assordanti. La dimostrazione del diffuso scetticismo che accompagna il nuovo corso rossonero è dato anche dal numero degli abbonamenti: 22.106 (9.097 meno della scorsa stagione).
Il Milan tenta di rifarsi il look con l’acquisto dal Caen del diciassettenne attaccante esterno Mbaye Niang, che in Francia considerano un fenomeno, e col prestito dalla Roma di Bojan Krcic, 22 anni, pure lui punta. Bojan a 17 anni era considerato un campione in erba soprattutto dopo aver segnato 10 gol nel Barcellona che annoverava tra le sue fila Messi, Eto’o e Henry. Complessivamente nelle 163 presenze con la maglia blaugrana ha realizzato 41 reti. In Champions: 27 presenze e 5 gol. Dirottato dal Barça in prestito alla Roma, il ragazzo -pur non disputando una stagione entusiasmante e quindi non rientrava nei piani di Zeman- in 33 presenze (20 volte è partito dalla panchina) ha ottenuto uno score di 7 reti. E’ un attaccante veloce, rapido, uno scattista dotato di buon tiro che si muove molto in spazi ristretti. A 22 anni però i margini di miglioramento rimangono notevoli. Valorizzare i giovani è una mission piena di incognite, ma oggi più che mai è un passo obbligato.
L’allenatore conta poco? Perchè allora alla prima di campionato della Roma di Zeman c’erano 50 mila spettatori? Evidentemente il suo calcio piace alla gente. Col Catania la Roma ha giocato male, ciononostante le reti di Osvaldo e Nico Lopez, inserito a 5 minuti dal termine quindi scelta del tecnico rivelatasi azzeccata, sono state altamente spettacolari. Le emozioni, sia pure dettate da prodezze individuali, non sono mancate. E’ già qualcosa.