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Dinamo Zagabria-Milan: opponent review

di Lorenzo De Angelis
Fonte: acmilan.com

Alla scoperta della squadra croata allenata da Cannavaro

La Dinamo Zagabria, il nostro lasciapassare verso gli Ottavi di Champions League. Un successo regalerebbe il pass diretto per la fase a eliminazione diretta, potrebbe anche non essere obbligatoria ma è presto per fare calcoli. Pensiamo solo all'avversario, descriviamolo e inseriamolo all'interno della gara, decisiva anche per loro ancora appesi ai playoff. Prima nota: l'allenatore della squadra croata è Fabio Cannavaro, in panchina da fine dicembre al posto di Bjelica che già aveva rimpiazzato in corsa il tecnico precedente. Un ambiente movimentato, uno stadio caldo. Trasferta scomoda, a domicilio di un avversario meno quotato - per blasone, tecnica ed esperienza - però pronto a sopperire mettendoci grinta e dando battaglia.

La Dinamo Zagabria in Champions League occupa la 26esima posizione in classifica, a quota 8 punti e a -2 dalla zona playoff. Deve vincere e sperare. In Europa si sono lasciati alle spalle la negativa esterna londinese, 0-3 in casa dell'Arsenal, andando sotto presto e mollando da metà ripresa; in generale i croati hanno espugnato solo Bratislava (4-1) e Salisburgo (2-0), collezionando poi 2 pareggi e 3 ko, segnando 10 gol e incassandone 18. In HNL, in campionato, invece, il bilancio è diverso e migliore: terzo posto, 32 punti in 19 giornate, a -7 dalla vetta occupata dal Rijeka. Nel weekend appena passato è arrivato il 3-1 casalingo all'Istra 1961: dopo l'1-1 all'intervallo, secondo tempo in discesa.

ATTACCO IMPREVEDIBILE, DIFESA AFFOLLATA MA DISTRATTA
La Dinamo Zagabria in Champions League non segna da 270', era inizio novembre. E allo stadio Maksimir non vince da cinque match. Nonostante ciò l'attacco rimane un reparto imprevedibile, in grado di non dare grandi riferimenti e di modificarsi in corso d'opera. La squadra predilige le ripartenze, in Champions sembra quasi scegliere a priori di non avere il pallino, di cercare la compattezza per rilanciarsi in avanti. In generale non rinuncia a giocare, avendo pedine di palleggio e non disponendo in dose massiccia di evidenti doti fisiche.

Prima dell'avvento di Cannavaro la linea difensiva si disegnava spesso perfino a cinque. Adesso è passata a quattro, base classica alla ricerca di diventare maggiormente solida e ordinata: seppur tenda a stare bassa, a coprirsi, la formazione croata non riesce a restare facilmente impermeabile, anzi concede spazi e anche rigori - nessuno ne ha concessi di più in questa Champions (4). Una retroguardia "ballerina", a differenza delle corsie dove si sprigiona molto del potenziale: 4-3-3 o simili (4-2-3-1 e 4-1-4-1), le fasce sanno correre e incidere.

KULENOVIĆ PRIMO PERICOLO, SENZA DIMENTICARE PJACA
Il principale pericolo si chiama Sandro Kulenović. La punta 25enne è il bomber, il faro, capocannoniere della Dinamo sia in Champions League che in campionato. In stagione è già a 15 gol, in Europa ne ha segnati sei, un giocatore dinamico, sempre in agguato, abile a giostrarsi nell'area di rigore, a finalizzare e pure di suggerire per i compagni. Una mina vagante da marcare con attenzione.

Assenza pesante quella di Petar Sučić, gioiellino fermo ai box per infortunio. Meno talento, che comunque non mancherà grazie anche a delle "vecchie" conoscenze della Serie A: Marko Rog, mezzala in mediana, e in particolare Marko Pjaca, esterno d'attacco veloce e verticale. Menzione per il capitano Arijan Ademi, esperienza e sostanza nel cuore del campo. Sotto osservazione Stefan Ristovski, terzino destro di spinta, veloce e verticale, presente e capace di determinare in fase offensiva (3 assist). Luka Stojković è il giovane in rampa di lancio, piede raffinato, può coprire diversi ruoli preferendo la via di mezzo.


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