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Amarcord e novità per un girone ostico

di Giuseppe Bosso

Ostico ma non proibitivo il girone C per il Milan. Se le mani di due vecchie glorie come George Weah e Ruud Gullit, chiamati ad estrarre seconda e terza fascia, hanno scongiurato gli spauracchi Paris Sg e Manchester City, la mano di Fabio Cannavaro ha portato ai rossoneri una delle mine vaganti della quarta, l'ambizioso Malaga che, pur abbandonato dagli sceicchi in fuga, ha superato con caparbietà il preliminare contro il Panathinaikos e non ha certo intenzione di recitare il ruolo della cenerentola alla sua prima apparizione in Champions League. Nessun precedente ufficiale tra gli iberici e i rossoneri, così come mai il Milan ha incrociato i dominatori, da un paio di anni, del calcio russo, lo Zenit di Spalletti e Criscito, vincitore, dal 2007 ad oggi, di tre Premer League e capace di imporsi anche in Europa nel 2008, vincendo l'Europa League e poi sbertucciando a Montecarlo per la Supercoppa Europea nientemeno che il Manchester United di Cristiano Ronaldo. Era evidentemente destino che prima o poi il team russo, desideroso di fare strada anche nell'Europa dei big, incrociasse sulla sua strada il Milan. Dici Anderlecht e invece al tifoso rossonero i ricordi riaffiorano eccome. Due precedenti con il prestigioso club fiammingo, coincisi con altrettante affermazioni milaniste in Champions League. Nella stagione 1993-94 due pareggi a reti bianche (in Belgio sotto la neve) tra i ragazzi di Capello e la squadra di Bruxelles che schierava, tra gli altri, quel Johnny Bosman che avrebbe cambiato di lì a poco gli equilibri del mercato non per meriti sportivi; vittoria nel girone per Baresi e c. e poi trionfo ad Atene sul Barcellona. Due vittorie nel 2007, 1-0 a Bruxelles e 4-1 a San SIro con Kakà super protagonista con una tripletta a San SIro (primo gol di Gilardino in Europa) prologo del trionfo sul Liverpool.


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