MILAN-TORINO: la chiave tattica
Impegno tutt'altro che agevole quello che i rossoneri dovranno affrontare nel posticipo a San Siro contro il Torino. I granata, reduci dalla vittoria in extremis contro il Catania, hanno finalmente abbandonato la zona salvezza e hanno tutta l'intenzione di restarci. Il nuovo tecnico Camolese, il terzo della stagione 2008/09 dopo De Biasi e Novellino, ha rivoluzionato il modo di giocare della squadra, passando alla difesa a tre che predilige e con un più folto centrocampo a cinque. Nonostante la stagione del Toro sia comunque fallimentare, da segnalare le strepitose prestazioni quest'anno di due giocatori su tutti: Abate e Dzemaili. Ignazio è un prodotto del vivaio rossonero, e con tutta probabilità l'anno prossimo sarà riportato a Milanello: Abate è un giocatore veloce, che agisce sulla corsia di destra, e che salta l'uomo facilmente. Dzemaili invece è arrivato quest'anno in prestito con diritto di riscatto, fissato a 1.8 mln, dal Bolton quasi come oggetto misterioso, ma le prestazioni dello svizzero hanno fatto ricredere tutti per la sua capacità di gestire palloni a centrocampo e nel coprire la difesa in fase di non possesso. Passiamo alle incognite del match: Bianchi e Rosina. Entrambi i giocatori quest'anno si stanno esprimendo ben al di sotto i loro standard: troppo pochi i sei gol stagionali dell'attaccante, su cui Cairo aveva scommesso quest'estate versando 8 mln nelle casse del City; da dimenticare invece la stagione di Rosina: il numero dieci granata, dai tempi di Rosinaldo degli anni scorsi, domenica scorsa ha attraversato il momento peggiore in maglia Torino, con i fischi di tutto l'Olimpico al momento della sostituzione. Passiamo alla difesa: la retroguardia del Toro è molto temibile sui calci piazzati, ma ha nella velocità il suo punto debole, insomma il bersaglio ideale in campo aperto del Papero Pato.