1041, Paolo Maldini - Dal 25 febbraio il libro su Paolo, monumento del calcio moderno
Pare che a Maldini lo abbia raccontato un suo ex compagno. Gli ha detto che stava seguendo il corso allenatori, nell’aula magna di Coverciano, e che in una lezione insegnavano come perfezionare i fondamentali dei propri giocatori. «Su un lancio lungo avversario, il terzino che difende deve correre verso la propria porta tenendo avversario e pallone tra sé e il fallo laterale. E per minimizzare i rischi deve compiere l’intervento voltandosi verso l’esterno del campo». Poi ha aggiunto: «A meno che tu non sia Maldini». Paolo Maldini ha vinto la sua prima Coppa dei Campioni a vent’anni e l’ultima solo un mese prima di compierne trentanove. Nella sua carriera e nelle sue 1041 presenze ufficiali ha ridefinito il ruolo di difensore, appropriandosi dell’enfasi e dell’estetica del gioco come se fosse un fantasista, caricando alcuni suoi recuperi in scivolata con lo stesso peso emotivo di un gol. Ma il racconto idealizzato di Paolo Maldini ha finito per appiattire le complessità di una figura molto più sfaccettata di quel che è sempre emerso in superficie. Questo libro, ricco anche di interviste, racconta dunque un monumento del calcio moderno che non ha mai fatto pace con alcuni aspetti di quel mondo.
Diego Guido è nato a Mantova nel 1985. Ha lavorato nel marketing di una multinazionale di mobilità urbana e in un ufficio stampa politico, prima di diventare copywriter e poi head of content dell’agenzia creativa copiaincolla. Ha anche fondato uno studio di naming ed è autore per «Rivista Studio», «Esquire» e «l’Ultimo Uomo». Collabora con Assocalciatori.
In libreria 25 febbraio collana: Vite inattese. pagg. 256