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L'Arsenal, le inglesi e la Champions. Quanti tabù da sfatare per i rossoneri

di Matteo Bursi

Sono tanti, pure troppi, i tabù che il Milan proverà a sfatare nella doppia sfida degli ottavi di finale di Champions League. Contro l'Arsenal per invertire una tendenza che, nella gloriosa storia rossonera a livello europeo, stona.
Riavvolgendo il nastro delle performance rossonere in Champions ci si accorge quanto rasenti l'impresa quella a cui il Milan è chiamato. Da secondo classificato nella fase a gironi, il Diavolo giocherà la prima gara in casa. Esattamente come un anno fa. Quando l'urna di Nyon regalò il Tottenham. Altra londinese, meno quotata a livello internazionale dei gunners, ma alla quale bastò il fulmineo contropiede Lennon-Crouch di San Siro per eliminare il primo Milan formato Champions di Massimiliano Allegri. Al ritorno qualche occasione ma zero reti. E' qui che s'infrangono tanti tabù. Il Milan non vince una gara ad eliminazione diretta in Champions League dalla splendida stagione 2006-2007. Non considerando la finale di Atene griffata SuperPippo Inzaghi, l'ultimo successo rossonero in gare di andata e ritorno è la partita perfetta contro il Manchester United. 3-0 datato 2 maggio 2007. Quasi 5 anni senza gioie nelle partite che contano. Nel marzo 2008 l'Arsenal banchettò a San Siro con Fabregas e Adebayor. Nel 2009 addirittura Milan eliminato nei sedicesimi di Coppa Uefa dal Werder Brema (dopo due pareggi). La vendetta di sir Alex Ferguson (3-2 e 4-0) servita negli ottavi 2009/10 completa il percorso nero.
Le stonature ora vanno cancellate. Nuovamente un'inglese di fronte. Allegri alla ricerca della sua prima grande gioia a livello europeo, Zlatan Ibrahimovic per zittire chi non lo considera top player a livello mondiale, il Milan per tornare sugli standard che gli competono.


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