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Incroci Rossoneri. Con Tevez, si prova a riscrivere la storia del mercato rossonero

di Matteo Bursi

Carlitos Tevez è in cima alla lista dei desideri della società rossonera. L'amministratore delegato Adriano Galliani, sempre attento comunicatore, ha corretto i cronisti che gli sottoponevano il nome dell'Apache: "Si chiama Carlitos, non Carlito". Indizi, al momento. Ma Via Turati si cautela bloccando Maxi Lopez, perché la trattativa con Tevez e il Manchester City presenta tante colline da scalare. La formula del prestito gratuito invocata dal club campione d'Italia non sarebbe la prima scelta dei citizens, volenterosi di scaricare il puntero argentino, ma (se non a titolo definitivo) quantomeno con un prestito oneroso (4 milioni la cifra richiesta) più diritto di riscatto. 

Nelle pieghe delle contrattazioni oggi come negli ultimi mesi, il Milan si gioca la carta Mino Raiola. Il procuratore di Zlatan Ibrahimovic ha ottimi rapporti con la dirigenza del City (ha portato a Manchester il suo assistito Balotelli e ha già contribuito al passaggio in rossonero di Robinho) e potrebbe riscrivere la storia del mercato del club più titolo al mondo. Già perché corsi e ricorsi storici parlano chiaro. Milano si è sempre distinta per una naturale propensione ad un paese dell'America Latina. Verdeoro in rossonero, argentini in nerazzurro. La storia di brasiliani al Milan è infinita, José Altafini tra i più grandi bomber di sempre in rossonero e i tempi recenti bastino i nomi di Leonardo, Kakà e Ronaldinho a precedere il trio Pato, Robinho e Thiago Silva. Le punte di diamante della Selecciòn invece hanno scritto raramente i loro nomi nella Storia rossonera. Ci aveva provato Hernan Crespo (una stagione da protagonista, con doppietta nel primo tempo di Istanbul, poi cancellata dalla rimonta subìta), si era puntato su Fernando Redondo, arrivato nell'estate 2000 da miglior giocatore della precedente Champions, ma i cui infortuni a Milanello gli pregiudicarono il prosieguo della carriera.

Ecco allora che più che top player l'Argentina milanista ricorda Andres Guglielminpietro (77 presenze complessive e artefice dello scudetto Zaccheroniano), José Antonio Chamot o Roberto Ayala. E se troppo sbiadite dal passare dei decenni rimangono le figure degli oriundi Cesare Lovati (il più rossonero di sempre tra i nativi in Argentina, classe 1891) e Nestor Combin, l'eventuale arrivo di Carlitos Tevez rappresenterebbe una riscrittura della storia del mercato di casa Milan.


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