GIU' LE MANI DA BORRIELLO!
Lo diciamo subito, a scanso di equivoci, con buona pace degli avvoltoi pronti a sciacallare o anche semplicemente dei tifosi rossoneri più scettici: se c'è un giocatore indispensabile ad oggi nella rosa del Milan, da un punto di vista prettamente tattico, non è nè il grande Ronaldinho nè l'evanescente Kakà, nè nessun altro, bensì Marco Borriello da San Giovanni a Teduccio. La personalità con cui prova a caricarsi la squadra sulle spalle su campi difficili come Reggio Calabria, Bergamo e Lecce è qualcosa che non si acquista al supermercato e che lo rende dunque un giocatore unico: Carlo Ancelotti lo sa e gongola, coccolandosi il ragazzo che, nonostante le buone prove, sta rendendo ancora poco proporzionalmente a quanto può dare. Già, perchè Marco al momento rende sì e no al 70% dei suoi mezzi, a causa di diversi motivi, privati e non, ampiamente comprensibili: dalla sua vita privata, su cui è assolutamente ingiusto e poco giornalisticamente professionale dilungarci, al fatto che tra infortunio estivo e ricaduta di Reggio Calabria, ha nelle gambe un chilometraggio ridotto. E' proprio la generosità che ci mette il bomber a far dimenticare a tutti le sacrosante attenuanti, che rischiano di farlo giudicare con troppa severità: occhi però a non far pagare al numero 11 le colpe di altri, per cui lui non ha alcuna responsabilità. La caratura delle prestazioni di Borriello è infinitamente superiore a quella di qualsiasi altro attaccante presente e recentemente passato da qui: daltronde Pato sembra, almeno per il momento, aver intrapreso una strada tattica che lo mette in competizione più con Ronaldinho e Kakà che con il napoletano, Inzaghi non può garantire minuti da titolare specie in condizioni così difficili e Shevchenko risulta improponibile a livelli anche leggermente superiori a quelli in cui finora ha giocato, già con scarsa fortuna. Ciò che però è molto interessante è notare il compito, indispensabile quanto faticoso, che Carlo Ancelotti ha affidato a Marco: in momenti di assoluta crisi dei suoi assi (leggi Kakà a Lecce), più volte si sono visti i lanci lunghi dalla difesa a cercare la testa del bomber, quasi a ricalcare lo schema Materazzi-Vieri che per anni ha fatto la fortuna dei cugini interisti. Una soluzione stilisticamente poco raffinata, ma efficace e molto gradita anche ai giocatori in campo: a Bergamo come ieri, forse a venir meno è stata più la collaborazione dei centrocampisti in fase di inserimento, che Borriello stesso. Sarebbe poco realista però non analizzare anche il gol divorato ieri sotto porta, sul cross di Ronaldinho: la sfortuna sembra vederci bene (non solo con lui, ma con lo stesso Kakà ieri, come con Pato contro il Napoli) e certamente occasioni così dovrebbero entrare sempre ad un attaccante... Ma ci sono periodi e periodi: quelli in cui entra qualsiasi cosa il tuo sinistro struscia e quelli in cui puoi colpirla anche nel migliore dei modi, ma la palla non entrerà mai. Lo ha spiegato candidamente lo stesso Borriello nella mixzone del "Via del Mare", aggiungendo un sentito "Mi dispiace di non aver segnato" che lo rende ancora più speciale: la professionalità dimostrata in questi mesi (recuperando ad esempio a tempi dimezzati dai suoi infortuni) stride notevolmente con le tante insinuazioni fatte sulla sua vita privata, figlie probabilmente dell'invidia delle malelingue. Giù le mani da Marco allora, urliamo a gran voce: quando le cose torneranno a girare per il verso giusto, arriveranno anche gioielli come quelli che hanno potuto apprezzare i tifosi del Genoa. Fino a quel momento, che speriamo arrivi il prima possibile, coccoliamoci e proteggiamo dalla superficialità della stampa scandalistica e scandalosa, il nostro ariete da sfondamento.