Da Kakà ad Adebayor, le scelte del futuro
Fonte: di Francesco Letizia per Tuttomercatoweb.com
Kakà sarà il nuovo numero 5 del Real Madrid: no va al Chelsea con Ancelotti, ma occhio al ritorno degli Sceicchi, che nel frattempo corteggiano un Ronaldinho già stufo e pentito di aver scelto il Milan rispetto al Barcellona. Con il rifiorire degli alberi ed il ritorno della Primavera, i media di tutt'Europa hanno ripreso a fare la gara di chi la spara più grossa: qualche verità, ben dissimulata nel mare di bugie, farebbe forse vendere qualche copia in meno, ma pagherebbe di più in termini di credibilità. Kakà e Ronaldinho resteranno al Milan ripetono le fonti ufficiali, e mai come stavolta probabilmente sarà sul serio così: i brasiliani, in occasioni diverse, hanno fatto delle scelte di vita ben precise legate a doppio filo con i colori rossoneri e nulla è cambiato negli ultimi tempi. Il numero 22, uomo - prima che calciatore - di una virtù (alla latina) ed una serietà incontestabile, si è esposto troppo a metà gennaio per lasciare Milanello dopo pochi mesi: un appello però vorrei rivolgerlo e riguarda però solo passivamente Kakà. Non capisco la scelta della società Milan e dello spogliatoio di escludere l'ex Pallone d'Oro dalla disputa per la fascia di Capitano, un riconoscimento che non dovrebbe essere una carica per anzianità ma per merito: passato Maldini e con il massimo rispetto per Ambrosini e Gattuso, mi pare che Ricky sia il perfetto candidato ad essere ambasciatore in campo e fuori della maglia rossonera. Capitolo Ronaldinho: tornato al gol contro il Lecce, è pronto a riprendere dove effettivamente aveva lasciato prima della tallonite, con un Derby straordinario (chiedere a Samuel per conferme). Leggo a destra e manca critiche ingenerose per il Gaucho, anche dagli stessi tifosi rossoneri (o forse dai pochi che già la scorsa estate non lo volevano?): i gol fanno 10 in stagione, le prestazioni non sono state entusiasmanti ma inbubbiamente superiori alla media degli altri componenti della rosa. Il Milan ha il dovere di ripartire con il Ka-Pa-Ro, un trio che, a causa delle incertezze iniziali di Pato, i problemi di Kakà e la tallonite di Dinho, quest'anno non si è mai visto: un attacco atomico simile non può rischiare di far la fine della tanto ambita, sull'altra parte del Naviglio, coppia Vieri-Ronaldo quasi 10 anni fa. La stampa italiana intanto spinge su Adebayor quasi in maniera ossessiva, ignorando peraltro sia le dichiarazioni del togolese che vuol restare a Londra, che gli ingenti costi dell'operazione, probabilmente sproporzionati per un giocatore che in questa stagione ha una media gol/minuto non entuasiasmante: ben venga una punta se Shevchenko partirà (in rialzo però le quotazioni dell'ucraino), ma che sia di prospettiva e non ingombrante nei piani del futuro allenatore. A proposito di allenatore, il punto di domanda su Ancelotti è sempre più grande e la vicenda Allegri sollevata dalla Gazzetta dello Sport mette altra carne al fuoco: sarà bastato l'annuncio del rinnovo di contratto con il Cagliari a spegnere la fiamma che rischiava di diventare incendio? Solo il tempo può dirlo, ma la sensazione è che nei vertici societari il dado (in un senso o nell'altro) sia già stato tratto da un pezzo ed il resto sia solo pretattica: certo l'arrivo di un tecnico giovane e relativamente inesperto sarebbe un segnale interessante per tutto l'ambiente, una voglia di cambiare filosofia. Scelto il tecnico, si dovrà lavorare sulla difesa: continua la ricerca spasmodica del centrale con l'ultimo nome saltato fuori, Diego Lugano. E' un giocatore che non ha mantenuto le aspettative enormi dei tempi del Sao Paulo (dove giocava con Kakà), più per motivi di personalità che per mezzi: a parametro zero, sarebbe una scommessa golosa ed intrigante. Resto sorpreso però dal fatto che nessuno stia valutando correttamente la situazione terzini: addirittura sembra di ritorno dalla Baviera anche Massimo Oddo, protagonista in negativo della gara con il Barcellona e non solo, mentre pende un enorme punto di domanda sul desaparecido Mattioni. Possibile che sia tutto qui, restando con un quartetto Zambrotta-Jankulovski-Antonini-Oddo? Età media piuttosto alta e margini di miglioramento sotto zero: da Bosingwa a Daniel Alves, passando per Evra, le grandi squadre d'Europa hanno almeno un "crack" anche sull'esterno basso... Sottovalutare questo aspetto, fondamentale nel calcio moderno, potrebbe essere ben più fatale di restare con un difensore o una punta di scorta in meno.