Rino, dove vai? Solo il Milan è casa tua
"Questa è casa tua, Rino": il dialogo è immaginario ma decisamente verosimile. Adriano Galliani non ha mai perso occasione di ricordarlo, in pubblico come in privato: il Milan è la casa di Gennaro Gattuso, un uomo che oggi si sente ai margini di un progetto entusiasmante, un ruolo che difficilmente si adatta ad un uomo dal carisma di Ringhio. Fermi tutti, non si tratta di protagonismo nè di opportunismo: se c'è un giocatore nella rosa Milanista nell'animo, è senz'altro Gennaro, ben prima di tanti altri più pubblicizzati ed osannati. Lo dicono i fatti, in campo come fuori: nel momento di difficoltà economica, un solo uomo ha bussato per ridursi l'ingaggio a quella porta a cui a decine, ogni anno, bussano per l'aumento. E' facile farlo? Resta da chiedersi allora come mai l'abbia fatto solo lui. Gennaro Gattuso è un top play mondiale, uno dei pochi grandi giocatori rimasti alla Nazionale Italiana: Gattuso è un personaggio globale, invidiato e conosciuto in tutto il Mondo, è il testimonial perfetto di qualsiasi prodotto tranne che per le automobili (e chi frequenta Milanello sa bene il perchè: Rino arriva sempre col fedele amico/autista). La sua sincerità viene spesso scambiata per ignoranza: errore madornale commesso da chi forse meriterebbe un mondo di ipocriti e personaggi perfetti, ma costruiti a tavolino. Per capire a fondo la situazione creatasi negli ultimi giorni, bisogna entrare nella delicata psiche di un uomo diverso, un padre di famiglia prestato al glamour, uno che i soldi è abituato, da generazioni, a sudarseli anche quando sono pochi, figurarsi quando gli assegni hanno sei zeri. Il malessere di Gattuso dunque è l'ennesimo atto d'amore, come fu in occasione del rischiato trasferimento al Bayern: Rino non pensava di andare a giocare altrove, bensì di svernare in una squadra di rango minore, non sentendosi più all'altezza della maglia rossonera. Gattuso non ha "sogni" da realizzare, non ha contratti di cui discutere, non ha condizioni da dettare: il suo sogno è solo il Milan, dove riconquistare un posto da titolare ma non per mettersi in mostra per sè, ma per sentirsi nel giusto con la sua coscienza, nel complesso meccanismo del sentirsi un mantenuto di lusso lì, in panchina. Considerazione di chi vi scrive: anche qualora Gattuso facesse riflessioni calcistiche, sarebbe comprensibile. Con il Massimo (maiuscolo, volontariamente) rispetto per chi gioca, Gennaro è uno dei migliori centrocampisti al Mondo e non è inferiore a nessuno: la carriera, il palmares, la storia lo racconta e dissento dall'ipotesi lanciata da Galliani per cui non avrebbe il posto da titolare in nessun'altra big europea. Manchester United e Chelsea, ma lo stesso Real, probabilmente farebbero carte false per aggiudicarselo con buona pace degli attuali titolari: diciamolo sottovoce, sperando che Rino non se ne accorga. Se è vero che è un affare di cuore, toccherà anche ai tifosi giocare un ruolo fondamentale: sui compagni di squadra, non c'è alcun dubbio, basta ascoltare le dichiarazioni di Ronaldinho qualche settimana fa piuttosto che quelle di Ignazio Abate recentemente. Gennaro Gattuso deve restare al Milan, vincere con la Sua maglia e chiudere la carriera in rossonero: lo sanno e lo vogliono tutti, forse devono solo trovare il coraggio di dirselo, ancora una volta in faccia, per superare quest'ultimo momento estremamente delicato.