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Milan, un terzino Bastos ma non avanza. La dolce illusione del rendimento. I tormenti di Rino parte II: meglio Carletto che Yohann

di Francesco Letizia

Zurigo, un episodio e nulla più. Il Milan ha il dovere di dimostrare che sia stato così, avendo dalla sua un alibi pesante: quello che pur vincendo in terra svizzera, non sarebbe cambiato nulla ai fini della classifica del girone. Dal Letzigrund il Milan torna però ridimensionato non nella forma, ma nella sostanza: l'infortunio di Thiago Silva è piuttosto preoccupante, anche perchè va a colpire uno dei giocatori più determinanti dell'intera formazione. Per l'ex Fluminense potrebbe essere un arrivederci alla primavera. Del "problema Kaladze", immascherabile, ne ho già parlato settimane fa: preferisco non dilungarmi in quella che potrebbe apparire una crociata personale (cosa che non intendo assolutamente fare), più che un parere tecnico spassionato e molto sincero. Ribadisco però un dato confortato dal campo: affidarsi al georgiano sostanzialmente come titolare senza riserve in panchina è quantomeno pericoloso, per usare un eufemismo. Il povero Daniele Bonera continua a bloccarsi, sempre più nel tunnel degli infortunii: a gennaio occorre guardarsi intorno. Intanto in via Turati, Galliani e Braida guardano con attenzione alla situazione del laterale brasiliano Michel Bastos, 26enne del Lione. Quattordici gol lo scorso anno con tredici assist di contorno, con la maglia del Lille: numeri che proporzionalmente si stanno confermando su un palcoscenico più prestigioso come quello del Le Gerland (5+5). L'ambientamento in campo è stato perfetto, forse meno quello fuori nella polveriera di una squadra programmata per stravincere e che rischia di restare a digiuno anche quest'anno: il Milan è pronto al corteggiamento, per giugno più che per gennaio visto l'attuale (futuro? Si vedrà) status da extracomunitario del giocatore. Giusta l'intuizione, mal di denti permettendo, perchè Bastos ha guadagnato anche la Nazionale, dove curiosamente Dunga lo vede più da terzino che da esterno alto: un ruolo che al Milan sarebbe perfetto per lui. Perfetto, perchè illusioni di buone partite a parte (ottima quella con la Samp di Luca Antonini), la fascia mancina resta una spina nel fianco di una squadra competitiva, a tratti entusiasmante, ma certamente perfettibile: Zambrotta attraversa un buon periodo di forma ma l'età non è dalla sua, Jankulovski, problemi fisici a parte, non riscuote a pieno la fiducia di Leonardo, Antonini può dare ciò che ha, ma non di più. Il più che sufficiente rendimento complessivo del pacchetto esterni mancini nella prima parte di stagione non deve diventare una dolce illusione. Un titolare serviva a giugno e serve ancora: Galliani lo sapeva (Cissokho?), lo sa e dunque evidentemente lo saprà. Certo che paradossalmente ad oggi il vero problema difensivo sembra al centro: a gennaio in quel caso, per favore. Intanto Rino Gattuso macina dubbi su dubbi ma un comunicato di ieri ne certifica il suo recupero fisico: ottima notizia per chi ha sostanzialmente 4 partite (Palermo, Fiorentina, Genoa e Juventus) per tornare a sentirsi Ringhio e trattato da tale, per non varcare la frontiera. "Carlo Ancelotti ha giurato di non aver mai chiesto Gattuso", dice Galliani: forse è a Manchester (non necessariamente sponda City, voci dei tabloids a parte) la vera sirena per il numero 8. A proposito di Ancelotti e Manchester, impossibile non commentare i futuri sorteggi (Nyon, 18 dicembre) di Champions: il Milan che ha raccolto 4 punti (dovevano essere 6, con un arbitro migliore) e 4 gol (idem) con il Real Madrid, ha dimostrato di dover augurarsi un accoppiamento col Chelsea piuttosto che con una squadra, come Bordeaux o Siviglia, sottovalutabile ma di certo 100 volte più forte dello Zurigo (1 punto ed 1 gol). Certo se ne riparlerà a febbraio, contando stati di forma, infortuni e magari, in molti si augurano... Acquisti.


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