Savicevic: "Il Milan mi ha dato molto, io forse potevo fare di più. All'inizio volevo scappare, poi Berlusconi e Boban mi hanno convinto a restare"
Dejan Savicevic, grande ex giocatore rossonero, ha parlato così dei suoi anni al Milan ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "Ho fatto cose buone, altre meno. Il Milan mi ha dato molto, io forse potevo fare di più. Mi dispiace per la finale di Vienna nel 1995. Mi ero infortunato, magari giocavo contro l’Ajax e vincevamo. Chissà... L'arrivo al Milan? L’inizio è stato complicato. Un anno e mezzo. Ero in difficoltà, volevo tornare a casa. Non giocavo, avevo anche qualche problema fisico e poi davanti c’erano tre giganti: Gullit, Van Basten e Rijkaard... Stavo male. Problemi con la lingua, la città, il cibo. I nuovi compagni e il campionato diverso. Io ero alla Stella Rossa, avevo vinto una Coppa dei Campioni. Dovevo andare alla Juve, poi allaRoma, poi al Monaco in Francia. Ma ho scelto il Milan, è venuto il ds Ariedo Braida e abbiamo fatto in fretta. Ho accettato, poi a Milanello mi sono venuti i dubbi...
Se è vero come ha detto Berlusconi che a convincermi a restare erano stati lui e Boban? Sì, Zvone mi ha aiutato molto. Mi diceva: 'Dejan, non fare lo scemo, tu sei il più forte di tutti, non puoi scappare. Vedrai, giochi e spacchi tutto'. Se mi ricordo la prima partita, Pescara-Milan 4-5? Certo che la ricordo. Anche i gol. Il primo l’ha segnato Allegri, poi ha pareggiato Maldini, poi ne ha fatti un sacco Van Basten. Sai, Marco ne faceva tre o quattro per volta.
Il mio primo gol rossonero? Contro il Genoa a San Siro, al mio primo anno, alla fine del girone di andata. Dovevamo farne minimo sei, abbiamo vinto solo su rigore. L’ho segnato io a dieci minuti dalla fine. Veramente doveva tirarlo Boban, ma Rijkaard l’ha preso per un braccio, l’ha tirato via e gli ha detto: Zvone vieni, lascia che tiri lui, tu sei stanco. Pensa se lo sbagliavo...".