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Sacchi sul Milan: "Per battere l'Atalanta deve giocare in undici: tutti devono attaccare e tutti devono difendere"

di Enrico Ferrazzi

Sulle colonne della Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico rossonero Arrigo Sacchi ha commentato così il momento del Milan che stasera sarà impegnato sul campo dell'Atalanta: "Parlando dei rossoneri bisogna premettere una cosa: la continuità, in questa stagione, non è ancora stata trovata. La squadra di Fonseca fa buone prestazioni e poi, all’improvviso, cala. Si tratta, secondo me, di un fenomeno normale se consideriamo che l’allenatore è al suo primo anno di lavoro, e che i giocatori devono adattarsi ai suoi metodi e alle sue idee. E’ giusto dare tempo al tecnico affinché riesca a mettere in campo, e a far vedere, ciò che si è proposto. Nel mese di novembre, in sei partite ha raccolto quattro vittorie e due pareggi: mi sembra che ci sia una crescita rispetto al periodo iniziale e questo vuol dire che aumentano anche la fiducia e l’autostima. 

Certo che affrontare l’Atalanta non è proprio una passeggiata e serve una partita di altissimo livello, sia tecnico sia psicologico, per fermare i bergamaschi. Lo sapete che non amo soffermarmi sui singoli perché resto convinto che il calcio sia uno sport collettivo e non individuale, e dunque la differenza la deve fare il gruppo. Sono sicuro che, se i rossoneri giocheranno davvero in undici, allora potranno creare problemi all’Atalanta e farla soffrire. Che cosa significa giocare in undici? Semplice, tutti devono partecipare alla manovra, tutti devono attaccare e tutti devono difendere. Lo so che sembra una banalità,ma poche squadre si comportano in questo modo. Se non sei ben connesso tra i reparti, se non ci sono le giuste distanze, non riesci a fare pressing. E senza il pressing, nel calcio di oggi, non vai da nessuna parte. Questa è una regola aurea che andrebbe mandata a memoria". 
 


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