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Pirlo: "In Italia siamo strani"

di Riccardo Casali

Alla presentazione della campagna pubblicitaria Nike my time is now, Andrea Pirlo si confessa a ''SportWeek'', settimanale della Gazzetta dello Sport, spaziando tra presente e passato, tra attualità sportiva e politica.

MILAN: nessuna punzecchiatura per la sua ex-squadra ma, anzi, un riconoscimento agli anni vincenti trascorsi in rossonero: "Mi sono messo alle spalle 10 anni fantastici e ho lasciato tanti amici".

EUROPEO: Andrea ha le idee chiare sull'obbiettivo a cui aspirare: "Puntiamo ad arrivare in fondo". Non si mostra più di tanto preoccupato per il poco tempo a disposizione: "I meccanismi di gioco non sono oliati come nella tua squadra di club, ma ci conosciamo da tempo e non avremo problemi".

TIFO VIOLENTO: una delle immagini più brutte che ci ha lasciato in eredità il campionato appena trascorso, è senza dubbio i giocatori del Genoa costretti a togliersi le maglie. Pirlo a riguardo si mostra deciso: "Tra noi calciatori e certa gente non dovrebbero esserci contatti. Non parliamo poi di amicizie, che rischiano di trasformarci in ostaggi. In italia siamo fatti così, siamo strani". Prosegue definendo gli stadi italiani: "I più brutti d' Europa".

GRILLO: non manca una considerazione al nuovo che avanza in politica e anche qui, Pirlo si mostra scettico: "Grillo è un attore: non so se può essere anche altro".
 


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