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... Una vittoria che vale molto più di tre punti

di Emiliano Cuppone

La vittoria sul Chievo dice molto di più di quello che traspare dall’ormai solita larga vittoria casalinga.
Il Milan non solo vince per 4-0 sui clivensi, ma gestisce la partita tenendola saldamente in pugno, il 70% di possesso palla lascia intendere che i rossoneri hanno trovato una consapevolezza che non ha eguali in Italia. L’intensità, sottolineata anche da Allegri, l’aggressività e l’atteggiamento grintoso dei rossoneri sono doti che fanno ben sperare per il futuro.


Il diavolo schiaccia la piccola formazione gialloblu in meno di 45 minuti, mette il pallone in fondo al sacco per ben 4 volte nel primo tempo, regalando magie dei singoli ed organizzazione offensiva che sembra spaventare la formazione di Di Carlo.
Ciò che risalta, però, sono i secondi 45 minuti, quelli in cui il Milan crea meno, sarebbe stato difficile fare più di quanto fatto nella prima frazione, ma in cui la squadra resta concentrata, non molla un centimetro e lotta su ogni pallone come se il risultato fosse ancora in bilico. Stupisce l’abnegazione tattica dei ragazzi di Allegri, stupisce la voglia di Ibra e compagni, gli inserimenti sempre più continui di Nocerino e la sicurezza di Aquilani. Convince, finalmente, la prova di Van Bommel, come quelle di Antonini e Yepes, mentre si confermano su livelli assoluti Abate e Thiago Silva.
L’atteggiamento del Milan è da grande squadra, il gioco è splendido, la corsa è perpetua e la disposizione in campo è perfetta. E’ cresciuto il diavolo, insieme al suo allenatore che ha saputo trovare il giusto mezzo fra il pragmatismo, la solidità dello scorso anno e la brillantezza del miglior Milan Ancelottiano. Il tecnico toscano ha saputo rinunciare a Pirlo, ma non ha voluto lasciare il fil rouge del Milan formato fantasia, si è affidato alla genialità di Ibrahimovic, gli ha affiancato uomini capaci di sfruttare gli spazi creati dallo svedese come Nocerino ed Aquilani. Allegri si appoggia sulla qualità del suo reparto offensivo, non a caso si cerca un’altra punta (Tevez), i rossoneri giocano molto sulle invenzioni che vengono dalla cintola in su, lasciando a “mediani” e difensori il compito di difendere e sfruttare le genialate di Ibra e compagni.    
Il Milan è convinto, fiducioso, la risata che sfugge ad Ibrahimovic, quando gli chiedono se il Milan è inferiore o solo pari alla Juventus, lascia trasparire la convinzione di una squadra che ritiene di non avere eguali in ambito nazionale e che pensa di potersela giocare a viso aperto con i top club europei.
La vittoria con il Chievo vale molto di più di quello che ci si sarebbe aspettato, il Milan “post viaggio fra le stelle di Guardiola” è uscito ancor più convinto dei propri mezzi, la sconfitta è stata realmente terapeutica, il diavolo ha ritrovato la fiducia che serviva per riaccomodarsi sul trono che gli compete di diritto.


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