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...Si torna sulla terra dopo il viaggio fra gli alieni blaugrana

di Emiliano Cuppone

Si ritorna alla realtà, si torna al calcio italiano ed alla sua tattica, si ritorna con i piedi sulla terra.
Dopo il viaggio stellare fra gli alieni di Guardiola, terminato con un brusco atterraggio, il Milan deve ritrovare la concentrazione adatta alle sfide di “periferia”. Le emozioni della notte di mercoledì, costellata di stelle in salsa catalana e gioco fantasia, restano indimenticabili. Il pubblico rossonero ha terminato il viaggio sulle montagne russe del 2-3 con l’amaro in bocca, avrebbe voluto altri 200 minuti di quello spettacolo, tutti gli 80.000 presenti avrebbero pagato nuovamente il biglietto per dare continuità a quell’esercizio di stile calcistico offerto da due formazioni stellari, magari sperando in una conclusione più dolce.


Adesso è il momento, per tutti, di stropicciarsi gli occhi e tornare alla realtà di un campionato fatto di lotta fisica e difese coriacee. C’è da mettere da parte sogni di gloria europei, pensieri di mercato portati da un vento apache, e pensare al Chievo Verona.
La partita che aspetta il Milan nel posticipo di domenica sera è di quelle storicamente ostiche, il carattere e l’organizzazione tattica dei clivensi ha sempre messo in difficoltà le pur superiori formazioni rossonere che si sono susseguite negli anni. La prestazione di Firenze insegna che nel campionato italiano non basta il bel giuoco di presidenziale auspicio, serve la cattiveria, la concretezza, serve la spada molto più che il fioretto.
Archiviata la qualificazione agli ottavi di Champions ormai da tempo, messe da parte le velleità di supremazia sulla squadra più forte del mondo, il diavolo deve correre per colmare quell’ultimo pezzo di gap che lo separa dalla vetta. Ci sarà tempo per pensare a colmare quello che lo separa dal Barcellona, adesso è il momento di fare la corsa su Juve e Lazio, che si affronteranno domani favorendo in ogni caso il Milan, che strappando punti con i gialloblù si avvicinerebbe necessariamente almeno ad una delle due.
Allegri dovrà meditare, scegliere attentamente se privilegiare ancora l’aspetto qualitativo della manovra, come accaduto con il Barça, o se tornare a mettere in campo muscoli e cuore, se continuare a metterci palleggio e cercare lo spettacolo, o se buttarsi in battaglia a capo chino, per cercare di massimizzare i profitti rischiando il minimo.
Certo è che il campionato italiano, come il Milan campione dello scorso anno, ci insegnano che nel belpaese si vince con difese solide e tanta abnegazione tattica. Il Milan che ha cercato il gol in più, come mercoledì o come nell’era ancelottiana, difficilmente è riuscito a primeggiare nel torneo a tinte tricolori. Lo stesso Milan di Sacchi non ha saputo fare la differenza in campionato come quello pragmatico e concreto di Fabio Capello, così come la squadra di Allegri sembra essere più portata verso il tricolore rispetto a quella di un grande ed indimenticato come Carlo Ancelotti.
C’è da tornare sulla terra quindi, c’è da fare legna e non concedere nulla ad avversari agguerriti come corsari in cerca di un tesoro in formato punti a San Siro. C’è da mettere in campo nervi e grinta, cuore e muscoli, concentrazione e movimenti studiati a tavolino, perché il campionato italiano non sarà “spaziale”, non sarà spettacolare, ma resta sempre e comunque il più difficile del mondo.


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