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...Nel momento più complicato l'unica soluzione è restare uniti

di Emiliano Cuppone

Il Milan che si presenta alla difficile prova di Udine è una squadra in crisi.
Dal campo alle scrivanie di via Turati, passando per gli spalti di San Siro, la situazione sembra essere molto più che complicata. La squadra non rende, non ha gioco, non trova il gol, non fa punti, sembra essere sprofondata in un mare di fango dal quale non riesce a riemergere. I tifosi disertano l’appuntamento allo stadio, lo spettacolo offerto martedì in Champions è stato pietoso, neanche trentamila persone ne la scala del calcio, ma prontissimi a far sentire la presenza a suon di fischi. La società soffre in maniera particolare del periodo complicato, opera in maniera frettolosa e forse un po’ confusionaria sul mercato, lascia che lo spogliatoio perda pezzi fondamentali e trova il punto più basso nell’ormai famosissima lite fra Allegri ed Inzaghi (per quanto si sia poi rivelata un qualcosa di meno grave rispetto a quanto paventato).
La sensazione è che la situazione sia sfuggita di mano, si punta il dito contro il tecnico (tante sono le colpe del livornese), si guarda quasi con compassione alla squadra e si scuote il capo di fronte alle scelte della dirigenza. Il tifo rossonero vive uno dei momenti più bui degli ultimi venticinque anni, appare spaesato, sfiduciato, in aperta contestazione, non facendo nulla per sostenere una squadra che risente in maniera determinante dell’aria pesante che la circonda.
Il diavolo è in ginocchio, con il capo chino ed il fardello pesante di un passato glorioso che sembra poterlo schiacciare. Il Milan ha bisogno di trovare la forza e le risorse per rialzarsi, per liberarsi da pressioni che al momento appaiono insostenibili, ha bisogno di ritornare compatto e ritrovare serenità, perché non si può gettare tutto al vento.
La squadra ha ribadito a più riprese di avere il morale sotto i tacchi, allo stesso tempo però si è schierata apertamente dalla parte dell’allenatore, nonostante le critiche piovano da ogni dove, pronta a sostenere in maniera decisa l’operato di Allegri. La società continua a professare serenità davanti ai microfoni, ma riesce solo a mal celare le scosse che scuotono le scrivanie di via Turati ogni giorno ormai, fra sfuriate del presidente ed episodi imbarazzanti che si aggiungono a risultati deludenti. I tifosi, almeno quelli organizzati, dal canto loro provano a riportare un  minimo di compattezza, chiedono un incontro e ribadiscono il loro sostegno alla squadra a patto che questa ci metta l’anima. Il concetto fu espresso anche un paio d’anni fa, prima dell’arrivo di Ibra, con quello striscione bellissimo esposto a Milanello per l’inizio della preparazione: “Per l’onore di questi colori impegno e sudore, basta questo per meritarvi il nostro amore”, frase che torna quantomai d’attualità.
Ciò che serve adesso è la compattezza, la cosa migliore che possa capitare a questo Milan sarebbe quella di serrare le fila, con tutto l’ambiente che deve riacquistare calma e tornare a lavorare insieme, in maniera coordinata e finalizzata all’unico obiettivo possibile: vincere.
La squadra ci deve mettere qualcosa in più nei 90 minuti, il tecnico ci deve mettere più coraggio e fermezza nelle sue scelte per provare a guidare un gruppo che appare smarrito, la società deve riacquistare lucidità e programmazione, deve riprendere saldamente in mano le redini di tutto l’ambiente e schermare la squadra dati tanti, troppi spifferi che entrano a Milanello. Dal canto loro i tifosi, seppur comprensibilmente delusi e sfiduciati, devono provare ad avere pazienza, a sostenere una squadra che allo stato attuale necessita di tutto il sostegno possibile. C’è da fare quadrato, c’è da essere compatti, bisogna lavorare all’unisono per uscire fuori dal fango, riemergere da queste sabbie mobili che tengono il diavolo per le caviglie, collaborare in concerto per permettergli di rialzarsi e tornare a lottare, c’è da stare uniti!

 


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