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... Max le azzecca tutte meno una

di Emiliano Cuppone

Doveva riscattare gli errori del derby Allegri. Doveva dare subito una risposta alle critiche. La vittoria in Coppa Italia sul Novara premia le scelte del tecnico toscano, dosa bene le forze, usa magistralmente i cambi a disposizione e fa di necessità virtù schierando un centrocampo che a tratti impressiona.
Partiamo subito dalla nota dolente, però, perché l’ostinato livornese sembra non voler ammettere l’errore e ripropone Emanuelson alle spalle delle punte. L’olandese offre la solita prova fatta di tanta (forse troppa) corsa e poche (quasi nessuna) idee, caracolla da una parte all’altra del campo con la palla incollata al piede, e finisce quasi sempre per chiudersi in un imbuto. Non riesce a vedere il gioco, caratteristica fondamentale per un vero trequartista, non ha mai il lampo per l’ultimo passaggio, sfrutta male lo spazio a disposizione e risulta per l’ennesima volta inconcludente.
Passando agli aspetti positivi delle decisioni di Allegri, spunta la prova di un immenso Stephan El Shaarawy. Il baby bomber sfodera un’esibizione d’antologia, il gol è l’emblema delle doti di questo giocatore che sente la porta come nessun altro a quell’età. In estate ci siamo lanciati su youtube per cercare immagini di questa giovane promessa e capirne le qualità, la cosa che balzava agli occhi era la capacità di trovare quel secondo palo da qualsiasi posizione. L’illuminazione di Allegri è quella di lasciarlo libero dagli schemi, gli regala il campo in tutta la sua ampiezza, lo schiera lontano da Inzaghi con la possibilità di sfruttare gli spazi partendo da dietro. Il Piccolo Faraone lo ripaga in pieno con una prestazione generosa, fatta di tanta corsa in fase di ripiegamento oltre che di sprazzi di una classe cristallina che non aspetta altro di esplodere. L’italo-egiziano sfodera una serie di dribbling in un fazzoletto proprio di fronte alla panchina di Allegri, la speranza è che vedendo cotanta espressione di qualità al Conte Max sia venuta voglia di concedergli più spazio.
C’è da sottolineare l’immensa prova di Ambrosini a centrocampo, il capitano sfodera una delle sue prove, fatte di senso della posizione ed aggressività che non hanno eguali. E’ sempre al posto giusto Ambro, ringhia sulle caviglie degli avversari come ai tempi migliori, viene voglia di dare il bentornato a questo campione immenso. Al suo fianco Nocerino brilla per abnegazione, la posizione di Emanuelson ed El Shaarawy alle spalle di Inzaghi ne limitano gli inserimenti, ma il napoletano ci mette tanta quantità in difesa ed ottima qualità in fase d’impostazione. Non brilla Merkel, che pure ci ha messo l’impegno, ma il principino tedesco è appena tornato, ha fatto praticamente mezzo allenamento in rossonero e necessita di tempo per riassorbire gli schemi di Allegri e dimenticarsi dei compiti che gli sono stati assegnati a Genova.
Bravo Allegri a regalare spazio a Pato, anche se a scapito di un cupo Inzaghi. Il bomber piacentino merita di giocare, è vero, ma non aveva i novanta minuti nelle gambe, El Shaarawy ha brillato per due ore di gioco e Pato deve ritrovare la forma migliore. Dal canto suo, però, il brasiliano ci mette qualche errore di troppo, un nervosismo che salta agli occhi dei più, e poi, quando finalmente trova il gol (e che gol), quando sembra riaffiorare il vero Pato, incappa nell’ennesimo infortunio muscolare (si spera che non sia nulla di che), ma la cosa non sembra fare più notizia.
Gli altri due cambi sono provvidenziali, dopo 80 minuti di trotterellare “emanuelsonesco”, finalmente Allegri decide di inserire Robinho da trequartista, la sostituzione si rivelerà quanto mai importante, e non solo per l’assist (delizia per gli occhi di San Siro e per il riscatto di Pato), ma perché permette al Milan di riacciuffare una partita che sembrava sfuggire proprio all’ultimo dopo il gol del Novara. Abate, schierato nei tempi supplementari al posto di un “rintronato” Antonini (dopo il colpo alla testa ricevuto), cambia il ritmo alla manovra di un Milan che era apparso ancora lento e svogliato, portando quella spinta necessaria a strappare la vittoria.
Le azzecca tutte meno una Max l’acciuga, gestisce al meglio il materiale umano che ha per le mani, cerca di accontentare tutti e porta a casa anche un risultato positivo. Tante indicazioni importanti ed un’unica conferma negativa, la speranza è che anche il livornese abbia finalmente capito che quel 28 dietro le punte non ci può proprio giocare, e glielo dice uno di quelli che dopo averlo visto la prima volta in quel ruolo aveva pensato che fosse la scelta giusta, ma a volte bisogna ricredersi ed ammettere gli errori: io ho sbagliato!


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