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...La maledizione di Pato: non gettare la spugna Campione

di Emiliano Cuppone

Che fosse un caso clinico ce n’eravamo accorti molto tempo fa, non serviva il quattordicesimo infortunio in un anno e qualche mese, non ci voleva neanche il luminare statunitense, ma Alexandre Pato è molto di più.
Il Papero è un patrimonio inestimabile di questo Milan, del calcio intero, i suoi numeri, seppur minati dai tanti stop, parlano chiaro, nessuno come lui a 22 anni, nessuno come lui ha avuto quell’impatto nel campionato italiano.
Le parole di Meersseman sono quello che non volevamo sentire, un’ammissione d’impotenza che non fa bene al morale del ragazzo ed al popolo rossonero, sembra quasi che la società abbia gettato la spugna prendendo atto di una situazione divenuta ormai ingiustificabile.
Alexandre Pato è tormentato da una cronicità d’infortuni che non ha spiegazioni, il ragazzo recupera e poi è costretto puntualmente a fermarsi al primo vero sforzo, come se le sue gambe avessero deciso che questa classe immensa non deve illuminare i campi da gioco. Si ferma, si cura, recupera, si allena senza alcun problema e poi “magicamente” si rompe quando indossa la maglia da gioco, come se su di lui pendesse una maledizione orribile ed incomprensibile che sta vietando a tutti noi di ammirare cotanta qualità.
La lesione rimediata al Camp Nou gli vieterà di scendere nuovamente in campo durante questa stagione, lo costringerà a casa a guardare i suoi compagni davanti alla tv, il ragazzo ha finito anche le lacrime, ormai esce dal campo sconsolato con l’aria di chi se l’aspettava. Tante, forse troppe, le diagnosi degli osservatori, chi ricollega il problema a quel male terribile che ha sconfitto da bambino, chi lo riconduce a quel primo infortunio alla caviglia, chi semplicemente pensa che si tratti di un problema psicologico. Ciò che è certo è che lo staff sanitario rossonero non ha lasciato nulla al caso, ha seguito tutte queste piste, ha approfondito ogni possibile causa mandando il ragazzo in giro per il mondo presso gli studi medici più rinomati, ma non sembra essere servito a nulla.
Non ci sono più parole, nessuna spiegazione per un male invisibile che affligge le gambe di questo campione immenso, così forti eppure così fragili, gli strumenti che gli hanno dato la gloria lo stanno costringendo ad un calvario che non sembra avere eguali nella storia del calcio. Le sensazioni sono terribili, lo sconforto del brasiliano cresce ogni giorno di più, con lui soffre uno spogliatoio intero che uscito sconfitto dal Camp Nou aveva il pensiero fisso a quell’ennesimo stop ed a quel compagno sfortunato ed affranto che usciva dal campo a capo chino.
Sono piovute critiche a non finire in questi mesi sul Papero, di chi sottolineava una sorta d’indolenza del ragazzo, ma la verità è che il numero 7 del diavolo sta lottando contro un nemico che non può vedere e che non riesce a sconfiggere, un’ombra che si allunga su di lui ogni volta in cui prova a dare sfogo alla sua falcata disarmante.
Non possiamo fare altro che stringerci intorno ad Alexandre Pato, provare a far sentire il sostegno al ragazzo prima che al giocatore, una persona che ha bisogno di fortuna e calore, che ha bisogno di ritrovare serenità prima mentale e poi fisica, con la speranza che prima o poi questi problemi finiscano e lui possa dare libero sfogo a tutte le sue qualità, mostrando tutto il suo valore e lasciando che si avveri la profezia di Ancelotti che l’aveva sin da subito insignito del ruolo di candidato al pallone d’oro.
Non mollare campione, continua a lottare come sei abituato a fare sin da piccolo, la tua classe e la tua forza sono la cura migliore, il mezzo attraverso cui ritrovare la strada e dare seguito ad una carriera che è destinata a rimanere nella storia del calcio,non gettare la spugna: forza Papero alza la testa e torna a correre!


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