.

...La dichiarazione d'amore che non ti aspetti e quel sorriso amaro

di Emiliano Cuppone

Giungono inaspettate le parole di Zlatan Ibrahimovic, lo svedese di ghiaccio, l’uomo degli addii al veleno, delle parole piene di risentimento per le sue ex “amanti”, sembra aver lasciato il cuore a Milanello.
L’atteggiamento di Ibra era stato chiaro a molti già nella conferenza stampa di presentazione con il Psg, quando tutti si sarebbero aspettati bordate a Galliani & co., mentre arrivarono solo ringraziamenti ed attestati di stima. Avevamo pensato ad un atteggiamento da professionista, ad una maturazione dell’uomo Zlatan Ibrahimovic, invece ci troviamo di fronte ad un vero e proprio innamoramento, forse il primo in carriera, senza dubbio quello meglio dimostrato.
Sapevamo che il gigante di Malmoe non aveva lasciato la maglia rossonera di sua spontanea volontà, sapevamo che questa volta non c’era nessun mal di pancia, nessun malumore, semplicemente la necessità per il diavolo di fare cassa cedendo i suoi pezzi più pregiati. Ibra scaricato per la prima volta in carriera, questa volta non è stato lui a lasciare l’innamorata al palo, ma il contrario e, come sempre accade, proprio l’abbandonato non vedrebbe l’ora di ricucire lo strappo.
In realtà molto patiscono anche i tifosi del Milan, rimpiangono ogni maledetta domenica l’assenza di quel campione unico, quel burbero lungaccione con i piedi fatati ed un carattere indomabile che sapeva vincere le partite da solo. Siamo certi che ogni notte lo pensino intensamente anche gli orfani d’eccellenza, Kevin Prince Boateng ed Antonio Nocerino, chi più di ogni altro ha beneficiato della presenza dello svedese per trarne il massimo profitto in materia di gol e complimenti. Forse meno rammaricato Pato, sembra che i due non siano mai andati d’accordo, di certo non lo facevano troppo in campo dove Ibracadabra non perdeva occasione per lanciare occhiatacce ed improperi al compagno di reparto.
Chi di certo guarderà con malinconia il nasone di Zlatan lo “zingaro” del pallone, magari stampato su una fotografia riposta sul comodino, è Massimiliano Allegri. Il livornese ha avuto a lungo vita facile, potendo contare sulla classe smisurata del suo numero 11 e sulla semplicità di costruirgli intorno una squadra vincente, mentre adesso si trova costretto a risolvere rompicapo tattici, alla ricerca della soluzione migliore per far rendere un Milan ridimensionato senza il suo attaccante boa.
Zlatan Ibrahimovic rimpiange il Milan, lo ha espresso a chiare lettere dal ritiro della sua Nazionale (luogo dal quale storicamente sono arrivate le sue dichiarazioni più interessanti e veritiere), lo lascia intravedere spesso anche in campo quando indossa la maglia del Psg. L’atteggiamento del corpo, e non solo, dello svedese è molto spesso emblematico, si aggira per il campo con il fare svogliato di chi sa che contro certi avversari è sufficiente un unico lampo per vincere. La faccia, più corrucciata del solito, è un sintomo chiarissimo della noia che avvolge la faraonica esperienza francese di Ibra, dorata nella remunerazione garantita da un club ricchissimo economicamente, ma incupita tristemente da un campionato dal profilo a dir poco basso, giocato in una squadra che risulta poverissima nel blasone e nel fascino puramente calcistico.
Zlatan pensa al Milan ed i milanisti pensano ad Ibra, distanti qualche centinaia di chilometri ed un bel po’ di miloni di euro, gli amanti delusi guardano al passato con un’espressione a metà fra la gioia per i ricordi e la tristezza per il presente. L’attestato di stima di un campione come Ibrahimovic nei confronti di questo Milan, nonostante tutto quello che sta passando, fa sorridere chi, come chi scrive, crede ancora nel blasone e nel fascino di questi colori, ma è un sorriso amaro di chi sa che “domani” c’è un’altra partita, un’altra battaglia, un’altra sofferenza senza la faccia rassicurante di Ibra a ricordarti che, comunque vada, lì davanti ci pensa lui.

Segui l'autore su Twitter @ECuppone


Altre notizie
PUBBLICITÀ