...La conferma di Allegri fra scelta e necessità
Le critiche hanno sovrastato Allegri durante tutta la stagione, reo di non essere stato in grado di bissare il successo dello scorso anno, colpevole soprattutto di non aver dato al Milan un gioco che sapesse infiammare i tifosi.
Lo sfogo di Silvio Berlusconi con Adriano Galliani durante Milan-Barcellona è sembrato il momento cruciale di un divorzio annunciato fra il tecnico livornese e la maglia rossonera a fine stagione, nonostante in quel frangente la squadra fosse ancora pienamente in gioco su due fronti. Poi, però, sono arrivate le conferme, proprio nel momento più difficile, quello successivo alla sconfitta con la Fiorentina, quello in cui la debacle stagionale prendeva i crismi dell’ufficialità.
Chiunque avrebbe giurato che dopo il derby perso il presidente avrebbe scatenato la propria ira calcistica sul Conte Max, ed invece è arrivata l’ennesima conferma, Massimiliano Allegri sarà l’allenatore del Milan almeno per un altro anno.
Prendendo con il beneficio dell’inventario la conferma, anche Carlo Ancelotti sarebbe rimasto a maggio del 2009 stando alle parole dei vertici rossoneri, c’è da analizzare questa scelta che sembrerebbe definitiva. La sensazione che arriva da più parti, infatti, è quella per cui la conferma del toscano sulla panchina rossonera sia più una necessità che una scelta ponderata.
L’impressione è che al Milan si siano resi conto che non si può puntare su qualcun altro più per motivi economici che tecnici. Come se il comportamento aziendalista di Allegri avesse regalato al tecnico la riconferma, con la consapevolezza di non poter contare su grandi stravolgimenti in sede di mercato. Le alternative per la panchina ci sarebbero, infatti, e di spessore importante, come Capello o Guardiola, il primo sempre apprezzatissimo in casa rossonera, il secondo un sogno presidenziale da tempo. Questi nomi così altisonanti, però, comporterebbero l’arrivo di altri personaggi dal profilo alto da gettare nel campo da gioco per fare la differenza. Un investimento non da poco, al di là dell’ingaggio elevato dei due guru della panchina, al di là della buona uscita sostanziosa che dovrebbe essere elargita ad Allegri, cifre importanti con cui sostenere il mercato rossonero per garantire una formazione all’altezza delle aspettative del nuovo tecnico.
La speranza, al contrario, è che la scelta di confermare Allegri sia stata figlia di un’analisi attenta della stagione rossonera, mettendo sul piatto della bilancia l’alibi dei tanti infortuni e la consapevolezza di una rosa ancora non all’altezza dei top club europei come vorrebbe il presidente.
Non ci sono certezze nel futuro del diavolo, da un lato c’è da verificare nei fatti le parole che vogliono Massimiliano Allegri ancora sulla panchina del Milan almeno per un anno, forte del rinnovo arrivato pochi mesi fa, dall’altro c’è da constatare la voglia di mettere a disposizione del toscano una squadra capace di soddisfare le ambizioni presidenziali.
La speranza è che le sensazioni di quest’ultimo periodo siano sbagliate, che Silvio Berlusconi si sia fatto convincere dal suo braccio destro sulla bontà del progetto di Max l’acciuga, che i vertici rossoneri abbiano davvero voglia di tornare a primeggiare in Europa, dovendo seguire il consiglio di Nesta per poterlo fare, investire su campioni veri, uomini importanti prima che calciatori di spessore.
Il tempo ci darà delle risposte, nel frattempo continuiamo a leccarci le ferite lasciate dalla stagione che si conclude, cercando di scorgere nelle dichiarazioni dell’ultima giornata qualche indizio in più, qualche speranza su un progetto che speriamo ripartire in maniera ambiziosa e vincente.