.

...Guardiola al Milan: molto più utopia che realtà

di Emiliano Cuppone

Con il campionato ormai agli sgoccioli, le speranze scudetto rossonere che si deteriorano irrimediabilmente 90 minuti alla volta, l'argomento preferito delle cronache rossonere è divenuto ormai il futuro della panchina del Milan.
La situazione di Allegri è ambigua, il livornese sembra aver gettato al vento una stagione che poteva divenire trionfale, da tempo si ripete che la sua permanenza a Milanello fosse legata a doppio filo alla conquista dello scudetto. Le critiche presidenziali ed un rapporto complicato fra il tecnico ed il primo tifoso sembrerebbero tendere verso il divorzio a fine anno. Dall'altro lato, però, il prolungamento di contratto arrivato in tempi non sospetti e l'ottimo rapporto del Conte Max con Galliani spingerebbero per una riconferma a prescindere dai risultati.
Negli ultimi giorni si è parlato con insistenza di Fabio Capello, sospettato numero uno per prendere il posto di Max l'acciuga, anche se si è paventata l'ipotesi di un incarico dirigenziale per il friulano, magari mantenendo Allegri in panchina.
Il divorzio annunciato oggi, ma noto da tempo, di Guardiola con il Barcellona, però, ha aperto nuovi scenari. Non è un mistero l'ammirazione di Berlusconi per il tecnico catalano, interprete massimo del bel giuoco auspicato dal presidente onorario per il proprio giocattolo rossonero. Il colloquio avvenuto nel dopo partita del quarto di finale d'andata ha insospettito e non poco, come se il numero uno di via Turati avesse provato ad intavolare una trattativa per portare il filosofo sulla panchina del Milan.
Certo, però, vedere Guardiola a San Siro è più complicato di quanto si possa pensare. Tante sono le incognite legate al futuro di Pep, lui che sembra essere orientato a prendersi un periodo di riposo, una sorta di anno sabatico per ritrovare stimoli ed energie. Difficilissimo, poi, che il catalano accetti un'avventura senza determinate garanzie, tanto tecniche quanto economiche. Lo stipendio di Guardiola è piuttosto sostanzioso, praticamente paragonabile a quello di un top player, ingaggiarlo sarebbe non poco oneroso, specie se si tiene conto della necessità di pagare anche lo stipendio di un Allegri eventualmente esonerato. Al di là dei compensi che sarebbero dovuti al catalano, ciò che più allontana il filosofo da Milanello è la rosa attuale del Milan. I giocatori attualmente a disposizione di Allegri non hanno esattamente le stesse caratteristiche di Messi e compagni, i piedi delicati che tanto piacciono a Pep sono merce rara in quel di Milanello.
Ingaggiare Guardiola comporterebbe, quindi, investimenti attualmente impensabili in casa rossonera, servirebbe una vera e proprio rivoluzione, acquisti in serie e dal peso specifico importante, qualcosa che allo stato attuale non sembra in linea con la politica economica del diavolo.
Da ultimo, ma non per importanza, c'è il lato più strettamente tecnico, legato alle perplessità dell'attitudine di Guardiola ad allenare in Italia. Il tecnico adora il belpaese, ha chiuso qui la sua carriera per amore di un calcio che ammira, ma il suo modo d'interpretare il gioco appare difficilmente applicabile in un campionato ostico come la Serie A (sempre che non si comprino Messi, Xavi ed Iniesta), come mostrato dall'esperienza di Luis Enrique sulla panchina della Roma, anche se il paragone merita le dovute cautele.
Ingaggiare Guardiola, quindi, sembra nulla più che una mera utopia calcistica, uno di quei sogni presidenziali destinati a rimanere tali, un po' come Cristiano Ronaldo, difficilissimo che l'allenatore spagnolo possa approdare alla corte di Berlusconi, almeno non immediatamente, anche perché ci sarebbe qualcuno che non la prenderebbe benissimo, per informazioni chiedere a Zlatan Ibrahimovic.


Altre notizie
PUBBLICITÀ